05/10/2014 11:05
IL TEMPO (G. GIUBILO) - Una domenica piena, otto gare in orari diversi, una situazione insolita nel nostro campionato, ma la novità lascia del tutto freddi i tifosi di ogni fede. Puntati, i riflettori, soltanto sullo Juventus Stadium, dove all'ora del tè con i dolcetti si troveranno di fronte le due formazioni che stanno dominando il campionato. Per entrambe cinque partite e cinque vittorie, adesso si tratta di stabilire se la sesta giornata spezzerà l’equilibrio anche se è ragionevole ipotizzare una lunga volata ancora a braccetto. Perché può anche finire in parità, la sfida più attesa, ma per le caratteristiche delle due formazioni e per le propensioni dei due allenatori l’ipotesi di una divisione di punti riscuote scarsi consensi.
Sono reduci, Juventus e Roma, da una parentesi europea che non può non avere lasciato segni, soprattutto sul piano psicologico, perché i rispettivi risultati non hanno prodotto troppe modifiche sulla corsa alla qualificazione, alla portata delle due superstiti rappresentanti italiane. Sul piano fisico, la battaglia di Manchester e quella di Madrid hanno richiesto un dispendio di energie notevoli. Lo testimonia indirettamente la netta sconfitta subita ieri dall'Atletico Madrid al Mestalla, contro il Valencia imbattuto capolista. Anche in questo senso, dunque, è giusto sottolienare l’equilibrio che è anche la proposta degli infiniti teatrini televisivi degli ultimi giorni. Doveroso dunque tornare agli aspetti pratici e ai numeri, questi ultimi fin troppo eloquenti a favore della Juventus: se è vero, come è vero, che la Roma è uscita mortificata da quattro trasferte su quattro, con un gol segnato e quattordici subiti, l'ultimo episodio il tre a zero della passata stagione. Quella batosta arrivò, per altro, quasi alla fine del girone di andata, dunque alla metà del cammino. Adesso, alle otto della sera, ci saranno davanti ancora trentadue giornate di campionato, che potrebbero stravolgere le posizioni di vertice della classifica, anche se resta arduo immaginare intromissioni nel testa a testa che ha aperto la stagione con segnali imperiosi. Condannata dalla tradizione, la Roma può fare appello alla legge dei grandi numeri, ma sarebbe ridicolo ridurre i calcoli agli aspetti scaramantici.
Le conferenze stampa della vigilia hanno visto i due tecnici unanimi nei toni pacati e nella volontà di non accentuare gli aspetti che l’importanza della classifica e la infinita rivalità già rendono molto accesi. Sollecitati sulla questione dei rispettivi atteggiamenti tattici, nessuna risposta che non fosse di pura circostanza. Una volta che Allegri aveva espresso la sua ammirazione per il gioco della Rona e che Garcia aveva sottolineato la superiorità juventina dal punto di vista fisico, ognuno poteva trarre le proprie conclusioni. Però non è scontato che la Juve ripeta quella che era la partenza feroce di Conte, i suoi approcci sono stati finora ispirati all’attenzione e al ragionamento, tanto più stavolta di fronte a una squadra che sa rendersi micidiale negli spazi larghi. Per il tecnico giallorosso non esiste l’attesa, la Roma proverà a fare la partita, anche rivolgendo la massima attenzione alle controffensive prodotte da Tevez e Llorente sotto la regia di Vidal.
Tante le assenze, ma la qualità complessiva resta altissima, così come la garanzia di spettacolo.