Keita sul trono: sbaglia solo 4 passaggi

06/10/2014 10:04

GASPORT (A. SCHIANCHI) - Vince chi fa meno. Per intenderci: la ha meno possesso- palla (43,9 per cento contro il 56,1 per cento della Roma), effettua meno passaggi (407 contro 535), meno tocchi (592 contro 704) e meno lanci (41 contro 81). Eppure a festeggiare sono i bianconeri che magari, sul piano strettamente tecnico, non incantano, ma dimostrano solidità e carattere d’acciaio. I ricami giallorossi, dove e quando ci sono, abbelliscono senza tuttavia accecare l’avversario. Ci sono due uomini che, più degli altri, rappresentano lo scenario dello Stadium: Andrea Pirlo da una parte e dall’altra. Entrambi piazzati davanti alle rispettive difese, anche se con compiti diversi, dimostrano che il medesimo lavoro si può fare in tanti modi. Pirlo, al rientro, cerca di dare ordine e geometrie alla che, ultimamente, soffriva un po’ per la mancanza di giocate artistiche in mezzo al campo. , invece, come al solito, si fa interprete delle intenzioni di : mediano di rottura, quando serve, e d’impostazione quando si deve cominciare la manovra e dare l’avvio al tiqui taca giallorosso.

Classe pura A conti fatti surclassa Pirlo cui, tuttavia, bisogna riconoscere che torna in campo dopo un lungo periodo d’inattività e gli ingranaggidel suo corpo non possono essere oliati alla perfezione. , comunque, fin dall’inizio si siede sul trono e comanda le operazioni. Tocca 93 palloni, è il giocatore più impegnato di tutti quelli che sono in campo, e li gestisce con la saggezza che gli deriva dall’esperienza e con la classe che è figlia di madre natura (d’altronde lui faceva calcio con Xavi, Iniesta e ...). Sono 73 i passaggi effettuati e, questa è la cosa davvero sorprendente, soltanto 4 sbagliati. Direte: sono tocchi ravvicinati. Assolutamente no, è uno che si muove con disarmante facilità nel traffico, le sue gambe arrivano ovunque e, quando è il caso, ci pensa lui a imbeccare i terzini o le ali che si fiondano lungo le fasce laterali: 10 lanci riusciti, nessuno dei suoi compagni gli si avvicina. A confermare l’efficacia del suo stile di gioco ci sono pure i 6 palloni intercettati e 7 recuperati. Mediano vero, dunque, di quelli che affrontano l’avversario senza paura e non tolgono mai il piede.

Questione fisica Pirlo non è altrettanto preciso. Tocca 73 palloni, che sono pochi per uno come lui, effettua 56 passaggi, ma ne sbaglia addirittura 11: ciò si spiega anche con la condizione atletica imperfetta. Se non sei a posto fisicamente, ti viene a mancare la lucidità e, di conseguenza. la precisione. A conferma di questa impressione, ecco i 21 palloni persi: tanti, troppi, nonostante Pirlo sia uno che rischia sempre e cerca in ogni momento l’apertura illuminante. A vantaggio del regista bianconero ci sono i 5 palloni recuperati: lavorare da operaio non è il suo mestiere, però lui non si tira indietro e dà una mano ai compagni. La , con Pirlo, prova a battere strade nuove rispetto all’inizio di stagione: i 6 lanci del regista per imbeccare gli esterni e gli attaccanti dicono che i bianconeri non vanno avanti soltanto con i passaggi ravvicinati e con i triangoli stretti. Non è ancora il miglior Pirlo, è vero, ma uno così è sempre meglio averlo come compagno piuttosto che come avversario. E Allegri lo sa: la sua , per fare il salto di qualità anche in Europa, ha bisogno del suo direttore d’orchestra. Come la suona lui, la musica, non la suona nessuno...