06/10/2014 10:26
IL TEMPO (E. MENGHI) - La storia di rivalità tra Juventus e Roma si arricchisce di un nuovo capitolo di cui si sarebbe fatto volentieri a meno, se non altro per il bene del calcio e di un campionato che già in partenza diventa segnato. Nei quasi cento minuti giocati allo Stadium, l’arbitro Rocchi ha combinato un disastro dietro l’altro, rovinando una partita che avrebbe dovuto far parlare di sé per lo spettacolo e non per l’inevitabile scia polemica. Ma la gara gli è sfuggita di mano troppo presto e le personalità dei giocatori sono emerse, sovrastandolo. Conseguenze? Due rigori per falli commessi fuori area assegnati alla Juve, uno per la Roma che da regolamento ci sta tutto ma «puzza» di compensazione, due espulsi, sette ammoniti e Garcia cacciato.
Il dramma inizia undici minuti dopo il via, quando Marchisio prende posizione su Holebas e finisce a terra a pochi passi da Skorupski. L’arbitro della sezione di Firenze lascia giustamente correre, ma resta evidentemente col dubbio e il dialogo con lo stesso centrocampista bianconero non lo aiuta: «Guarda che era rigore». L’avviso dello juventino deve essergli rimasto in testa, perché al minuto 26 manda Tevez sul dischetto. Come ci arriva è tutto da vedere. Pirlo batte una punizione dalla trequarti, la barriera giallorossa si dispone appena dentro l’area, Maicon si stacca leggermente prima e il pallone gli finisce sul braccio a protezione del volto. La cosa giusta da fare sarebbe stata ammonire il brasiliano e far ribattere il calcio piazzato. Rocchi azzecca solo il giallo, ma sbaglia due volte, perché prima segnala la punizione dal limite, poi si fa convincere dall’assistente d’area e da Marchisio, che gli mostra i residui della bomboletta spry, e assegna il penalty. Peccato, però, che la linea tracciata per segnare la distanza tra la barriera e il punto di battuta non coincida con la mattonella in cui sarebbe stato commesso il fallo da rigore, tra l’altro inesistente, perché il braccio di Maicon tocca il pallone fuori dall’area.
Garcia nell’occasione fa una sviolinata ironica verso l’arbitro, che lo manda in tribuna per i restanti 70 minuti. Al 31’ Lichtsteiner placca Totti sul fronte opposto e Rocchi, stavolta con più decisione, fischia rigore, ma sa di compensazione e alimenta il nervosismo dei giocatori in campo. Il capitano esulta rivolgendo insulti ai tifosi juventini e si becca un giallo che da regolamento ci sta.
L’arbitro si sveglia e si rende conto che la tensione è salita alle stelle e cambia linea: Pjanic e Nainggolan commettono due falli tattici e non vengono puniti. La metamorfosi dura pochissimo, perché, 25 secondi dopo il minuto di recupero concesso, Pjanic prova a fermare Pogba a cavallo del limite dell’area e Rocchi fischia il terzo rigore: è leggermente fuori, anche stavolta, e soprattutto il contatto non è eclatante, anzi.
Al 41’ st completa l’opera convalidando il 3-2 della Juventus, nonostante la posizione irregolare di Vidal sul tiro di Bonucci. Il cileno copre la visuale a Skorupski e il fuorigioco oltre che netto è attivo. Al 44’ st Morata entra col piede a martello su Manolas, l’arbitro espelle entrambi: il primo per l’entrataccia, il secondo per la reazione con tanto di testata. Non poteva finire altrimenti il nuovo capitolo di una vecchia storia.