Né depressione, né vittimismo

07/10/2014 11:38

CORSERA (L. VALDISERRI) - La sfida più difficile per è cominciata verso le 19.50 di domenica sera e vivrà nei prossimi giorni la sua fase più delicata. Con un lavoro certosino l’allenatore francese dovrà fare tabula rasa nella mente dei suoi giocatori e, in qualche modo, separare la «squadra Roma» dalla «à Roma». Quello che è successo domenica allo Stadium è ampiamente documentato dalle immagini.

Hanno fatto il giro del mondo (calcistico) e costretto il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, a un’apertura verso la moviola in campo clamorosa nei tempi e nei modi con cui è stata annunciata. I tre gol della , in maniera diversa tra loro ma tutti e tre viziati, hanno prodotto nella maggioranza dei tifosi romanisti un effetto depressivo, sintetizzabile in due punti: 1) il campionato è già finito, anche se si sono giocate solo sei giornate; 2) qualunque impresa possa fare la Roma, anche vincere tutte le partite, sarà vanificata dagli arbitri. Se questa idea dovesse passare nelle teste dei giocatori diventerà un problema vincere anche Roma-Chievo.

Per fortuna, fin dal primo giorno, ha seguito un metodo di lavoro che, grossolanamente, può essere racchiuso in questo slogan: essere positivi per intervenire su «quello che si può controllare direttamente». Non a caso l’allenatore, nel dopo gara, ha rimarcato gli errori sottoporta di Gervinho e e ha stigmatizzato per la reazione che lo ha portato all’espulsione con Morata e a due giornate di . Era un danno che si poteva certamente evitare.

, con le sue parole a fine gara, ha impersonificato ancora una volta il sentimento del tifoso romanista. Ha difeso il diritto di sognare lo scudetto e lo ha fatto con la schiettezza di sempre. Altro deve essere il profilo dell’allenatore e dei dirigenti, senza che questo diventi un segno di resa. Non è un caso che ieri abbia affidato a un tweet un altro commento: «A mente fredda... questa partita fa veramente del male al calcio italiano!». Al calcio romanista, invece, farebbe male cadere nel tranello della sindrome del complotto. Nessuno ridarà ai giallorossi i punti perduti allo Stadium, l’importante è non smarrirne altri al primo fischio dubbio o alla prima difficoltà che può arrivare dal campionato.

La Roma di domenica sera ha dimostrato di aver fatto grandi passi avanti rispetto alla stagione scorsa, dove il confronto diretto allo Stadium durò meno di un tempo. L’ostilità di tutto lo stadio (il club bianconero è stato multato di 30mila euro) deve essere vista come un segno di paura. È da lì che la Roma deve ripartire.