27/10/2014 08:31
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - La Juve è di nuovo a più 3. La Roma è seconda in campionato. Come nel gruppo E di Champions. Questo per dire che niente è compromesso. Bisogna però ripartire dall’ammissione di Garcia alla vigilia del viaggio in Liguria: «Ci siamo presentati contro il Bayern in uno dei nostri peggiori momenti. Abbiamo avuto alcuni infortunati negli stessi reparti e può darsi che martedì siamo arrivati con i giocatori un po’ stanchi o che, appena recuperati, non fossero ancora al top». Il francese, per la prima volta da quando è sulla panchina giallorossa, non ha nascosto le evidenti difficoltà che, ormai da qualche settimana, stanno rendendo più vulnerabile il suo gruppo. Fisicamente e psicologicamente. I risultati da Manchester a Genova, prendendo in esame le ultime cinque gare, ne sono la conferma diretta. Mai la sua Roma aveva infilato una striscia del genere, con una media di un punto a partita: 2 pareggi (contro il City e la Sampdoria), 2 sconfitte (contro i campioni d’Italia e il Bayern) e solo 1 vittoria (contro il Chievo). Nemmeno quando, alla fine del campionato scorso e con la i bianconeri di Conte ormai imprendibili, arrivarono tre sconfitte di fila (contro il Catania, la Juve e il Genoa) che furono comunque precedute da due successi (contro la Fiorentina e il Milan).
ROSA DIMEZZATA Dall’inizio del 2013 (20 gennaio-10 febbraio), con Zeman sostituito poi da Andreazzoli, i giallorossi non avevano un andamento così incerto: pure in quel caso solo 5 punti in 5 match, sempre con 1 successo (in Coppa Italia contro l’Inter), 2 pareggi (ancora contro i nerazzurri e con il Bologna) e 2 sconfitte (contro il Cagliari e la Sampdoria). Se in quel caso influirono sia la crisi nel rapporto tra il gruppo e l’allenatore esonerato sia il cambio in panchina, quest’anno è la raffica di infortuni ad aver inciso sul rendimento della Roma. Alla lunga le assenze limitano la squadra, capace di vincere le prime 6 gare della nuova annata, nelle prestazioni. Perché, rispetto alla stagione scorsa, c’è la Champions e, durante le soste, Garcia dà diversi giocatori alle varie nazionali. Se giocano sempre gli stessi, è chiaro che la stanchezza può diventare fatale. Non solo. Fuori, ultimamente, sono rimasti interpreti di personalità e spessore come Castan, Maicon e Keita, ai quali bisogna aggiungere Strootman che manca da marzo. Rinunciare a quattro come loro, contemporaneamente, rende più complicato il percorso, soprattutto se il calendario prevede anche gli impegni infrasettimanali. Quando non c’è la coppa, ecco il campionato: mercoledì all’Olimpico arriva il Cesena.
PRIME CRITICHE Non basta avere i doppioni in ogni ruolo, come ha ricordato il francese che, più volte durante lo scorso torneo, ha insistito pubblicamente sulla necessità di avere un organico più completo per non fare figuracce al momento di tornare in Europa. Garcia, dopo il pari di Marassi, ha subìto qualche rimprovero dai tifosi sui social network. Più che accuse, qualche appunto che in precedenza non aveva mai ricevuto. Sulle scelte iniziali, come l’esclusione di Destro, centravanti che da titolare in campionato difficilmente fa cilecca. E sugli interventi tardivi, a cominciare dall’ingresso di Pjanic solo a venti minuti dalla conclusione del match. «Non devo puntare sui migliori, ma sui più in forma» aveva spiegato Rudi prima di volare a Genova. Perché, oltre ai titolari assenti, diversi giocatori sono appena tornati a disposizione: da De Rossi a Florenzi e soprattutto a Iturbe, recuperato in extremis per il Bayern e utilizzato solo nei minuti finali contro la Sampdoria. Il francese aspetta a fare le sostituzioni per non rischiare di rimanere in dieci, visto che qualche calciatore inserito nella formazione di partenza avrebbe potuto chiedere il cambio.
PUNTE IN RIBASSO Fino alla gara contro il Bayer, 20 reti in 9 incontri (media di 2,22 a partita) e 1 gol , invece, negli ultimi 2 match. Eppure contro la Sampdoria la Roma ha calciato 20 volte in porta. Solo contro il Verona era stata capace di concludere di più: 23 volte. Inutili anche i 14 corner (solo il Napoli, in questo torneo, è arrivato fino a 15). L’ultima volta che l’attacco era rimasto a digiuno proprio a Marassi, il 18 maggio, a fine campionato. Contro il Genoa, però.