"Schiaffo che fa male, la colpa è solo mia"

22/10/2014 09:37

IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Ci è rimasto malissimo. A tal punto che al fischio finale si è subito diretto negli spogliatoi, perdendosi il commovente urlo della , indomita e compatta nonostante il 7-1 finale che ha salutato la squadra intonando «Vinceremo il tricolor». Un moto d’orgoglio, lo stesso che ha avuto in sala stampa, prendendosi tutte le responsabilità della disfatta: «Li abbiamo lasciati giocare ma la squadra non c'entra: il primo ad aver sbagliato sono io. La strategia era sbagliata. Dovevamo stare più chiusi e invece siamo rimasti spettatori. E' uno schiaffo e fa davvero male».

L’INCUBO CHE RITORNA Ancora una volta il Bayer Monaco gli ha regalato una punizione severissima. Ieri è andata addirittura peggio di quando allenava il Lille ( 2012-13) e ne rimediò sei (6-1). A differenza di come motivò due anni fa quel ko («Nella partita di ritorno avevo voluto essere più ambizioso, cercando di proporre il nostro gioco e perfino di imporlo – si legge nella sua autobiografia - Il fulmine si abbatté su di noi. Sono convinto che anche rimanendo in difesa ne avremmo presi comunque almeno quattro») ora ha un atteggiamento diverso: «Non è stato un crollo mentale ma tecnico. Abbiamo lasciato giocare il Bayern che come sappiamo è fortissimo. Nella ripresa abbiamo mostrato orgoglio e senza Neuer sarebbe stato possibile fare più gol. Ora bisogna rialzarsi e pensare al campionato. L’unica buona notizia è il pareggio del che ci permette di essere ancora secondi».
Fatto sta che la lezione di due anni fa non gli è tornata utile per la Roma. Se il termine ‘presunzione’ è stato rispedito al mittente sia dal d.s. che dal d.g. , ‘ambizione’ (oltre chiaramente al valore degli avversari) probabilmente è la parola chiave per provare a capire la debacle. Forse i tre gol in mezz'ora al Chievo, gli altrettanti al Cska Mosca in 20 minuti (che poi durante la gara sono diventati cinque), la facilità irrisoria con la quale era stato spazzato via il Cagliari, il successo sulla ma soprattutto l’aver giocato alla pari con il Manchester (ma in modo più accorto) e la , avevano illuso di fare altrettanto anche col Bayern. E dunque anche stavolta ha osato, pensando di mettere in difficoltà Guardiola con tre attaccanti, in mediana e lasciando il povero Cole uno contro uno contro Robben. In Italia si può, contro il top europeo (Real Madrid, Bayern, e forse Chelsea) ancora no. Ma ora sembra essere più preoccupato dalle ripercussioni che una sconfitta del genere potrebbe avere sulla squadra: «Ripeto, perdere ci sta sempre, ma così fa male. Non ho dubbi che siamo un gruppo forte ma lo dobbiamo dimostrare». Dello stesso avviso : «Ora dobbiamo rialzarci».

IL FAIR PLAY DI PEP Soddisfatto e non potrebbe essere altrimenti Pep Guardiola: «Noi come l'Olanda del 1974? Mi sembra un paragone un po' esagerato ma va bene così. Abbiamo trovato subito il gol di Robben e questo ci ha dato tranquillità. Abbiamo cercato di tenere sempre il pallone, mi piace che la squadra lo faccia e se ce l'hanno gli altri io vado a cercare di prendermelo». L’analisi della gara è fin troppo semplice: «I miei giocatori sanno come fare male ma vincere con questo risultato è un'eccezione. Fra le due squadre non c'è questa differenza e lo vedrete tra due settimane a Monaco».