07/10/2014 10:06
GASPORT (U. ZAPELLONI) - Juventus-Roma continua nei bar, nei corridoi degli uffici, addirittura in Parlamento e, naturalmente, sui social network. Twitter, il campo di gioco della gente famosa, è diventato rovente con la collaborazione della signora Emma Winter Agnelli («I wish Totti would go and play in his own league», traduzione «Mi auguro che Totti vada a giocare nel suo campionato ») e di Rudi Garcia («A mente fredda... questa partita fa veramente del male al calcio Italiano!»). Poi ci meravigliamo se in campo si vedono di più i nervi tesi delle giocate di classe... Detto che la signora Agnelli, pur essendo moglie del presidente bianconero, è semplicemente una tifosa con humour inglese e non una tesserata, la frase di Garcia, unita alle accuse di Totti a «mente calda», tiene alta la temperatura di una sfida avvelenata dalla sciagurata direzione dell’arbitro Rocchi.
Senza i suoi errori, non avremmo avuto un dopo partita così agitato. Le sue incertezze, i suoi fischi sbagliati, hanno esacerbato animi già fin troppo surriscaldati nonostante dopo tanti anni si fosse arrivati alla sfida con la Grande Pace, anzi la Grande Alleanza, tra le due dirigenze, mai così unite come in questo periodo. Il mestiere dell’arbitro non è difficile. È uno dei più difficili. Pochi secondi per decidere e solo 6/10 occhi per vedere immagini parziali rispetto a quelle che vede in contemporanea il resto del mondo. Gli arbitri vanno aiutati. Dai dirigenti, dagli allenatori, dai giocatori, da chi scrive le regole e dalla tecnologia. In questo senso, dopo aver criticato aspramente il presidente Tavecchio per le sue gaffe, oggi ci sentiamo in dovere di applaudire il suo intervento di ieri, quando alla «Politica nel Pallone» su Gr Parlamento ha ribadito che «per aiutare la nostra classe arbitrale ancora di più intendo farmi promotore di una richiesta alla Fifa al fine di accelerare l’iter che prevede l’introduzione della tecnologia per dirimere i casi dubbi sul posizionamento dell’evento falloso al limite dell’area di rigore, offrendo anche la nostra disponibilità per un’eventuale sperimentazione».
Aiutare gli arbitri a ridurre la possibilità di sbagliare. Ecco l’unica strada percorribile perché partite come Juventus-Roma si possano giocare in un clima più sereno e senza tutti questi veleni dopo gara. Con la tecnologia si poteva stabilire se il fallo di Maicon e quello di Pjanic erano fuori area, anche se sarebbe bastato il buon senso per stabilire che il gomito di Maicon era alzato per proteggere il viso e non andava punito con un rigore. Ma quando un arbitro sbaglia il primo fischio, poi non c’è tecnologia che lo possa aiutare, va nel pallone, è tentato a fischiare per compensare... Visto che l’arbitro infallibile comunque non arriveremo mai ad averlo (con o senza aiuti tecnologici) potremmo intanto evitare comunque di far passare messaggi come quello diffuso domenica da Totti («Finché ci sono loro, arriveremo sempre secondi»). Un campione assoluto non può e non deve scivolare sul più banale dei luoghi comuni. Con un’aggravante: Rocchi ha avuto tre secondi per pensare e fischiare, lui molto più tempo per pensare e parlare.