22/10/2014 10:01
GASPORT (D. STOPPINI) - Il consiglio era giusto, «arrivate all’Olimpico per tempo ». E per tempo voleva dire almeno alle 19.45, perché in quel momento è iniziata Roma- Bayern. Un’ora prima del previsto, non un errore nel programma, ma il minuto esatto in cui in uno stadio strapieno è arrivata la notizia da Mosca, il pareggio inatteso del Cska contro il City. Esultanza collettiva, primi cori, euforia a mille, la curva Sud piena di bandiere gialle e rosse e la sensazione che sì, il girone si stava mettendo nel verso giusto: tutto questo nei 60’ che hanno preceduto l’inizio, mentre fuori dall’Olimpico l’avvicinamento al match era filato liscio. Poi è arrivata la valanga tedesca, i 5mila tifosi del Bayern con la benedizione papale ricevuta al martedì, senza bisogno di aspettare oggi. Dopo 9’ Robben si beveva Cole e pennellava il sinistro. Il c.t. Conte osservava in tribuna, Olimpico di ghiaccio, che provava ad accendersi con Gervinho, ma Neuer non è il portiere campione del mondo per caso. Ci pensava Götze a raddoppiare. A nulla valeva prendersela con il «nemico» Benatia, riempito buu a ogni tocco di palla, almeno finché non c’è stato da fare i conti con la differenza reti.
Come 19 anni fa Uno-due-trequattro- cinque: un Roma- Cska Mosca al contrario, persino peggio, un altro Manchester Utd-Roma. Quando al 44’ del primo tempo il maxischermo ha mostrato chi se la passava peggio, il Bate Borisov sotto di sei reti contro lo Shakhtar, il messaggio è parso quasi consolatorio. Prima di un secondo tempo in cui l’Olimpico ha provato a riscaldarsi, c’è riuscito pure in parte con Gervinho, rimesso in ghiaccio poi da Ribery e Shaqiri. La Sud ha continuato a cantare, tirando fuori il «che sarà, sarà», 19 anni dopo averlo creato per un altro Roma-Bayern, 1985, quarti di coppa delle Coppe. Quella Roma fu eliminata. Questa ha delle carte da giocarsi, soprattutto in campionato: non a caso alla fine, con i giocatori sotto la curva, la Sud canta: «Vinceremo il tricolore».