18/11/2014 08:42
IL MESSAGGERO.IT (U. TRANI) - Il nostro calcio, nella mattinata buia e piovosa di Milano, si sveglia più povero che mai. Totti, nella sala Buzzati in pieno centro a Milano, a ritirare il premio Facchetti, perché a 38 anni è ancora il bello d'Italia. Conte, sul campo del centro sportivo Vismara in periferia, a lavorare con 22 azzurri di scorta senza sapere ancora se alcuni di loro potranno servire alla ricostruzione della Nazionale dopo il flop in Brasile. Nel gruppo dei convocati per l'amichevole storica (è la prima sfida) contro l'Albania, organizzata dalla Federcalcio per testimoniare la vicinanza alla popolazione di Genova colpita dall'alluvione, entrano il titolare Bonucci, assente per squalifica contro la Croazia, e altri che sono stati al mondiale, da Aquilani a Cerci, da Parolo ai portieri Sirigu e Perin. In più Giovinco e Destro che a Coverciano sono passati spesso e non solo ultimamente. E che stasera dovranno rimettersi in corsa. Tutti gli altri sono da scoprire. Dai debuttanti Rossettini, Sturaro e Okaka. Al giovane under 21 Rugani. A Moretti che si presenta a 33 anni.
GAP IMPRESSIONANTE Conte, con umiltà e anche rassegnazione, si è accorto già prima della gara con la Croazia che l'Italia di oggi non è competitiva. E non solo per le assenze. «Cerco di sfruttare al meglio quello che ho. Che non è tantissimo». Più che la constatazione per quel pari sofferto e dignitoso, la sentenza del ct che ha poco da scegliere. Il riferimento alla coppia di attaccanti, Zaza e Immobile, 1 gol a testa in azzurro. «Fino a due anni fa giocavano in B». A Pellè che il suo spazio lo ha trovato all'estero e che qui è arrivato solo a 29 anni: «Ha due presenze, contate quelle dei croati rispetto alle nostre...». Numeri inequivocabili. «Ci ritroviamo indietro, ma vedrete che recupereremo, reclutando calciatori nel nostro campionato. Ma Pasqual gioca con me e non è titolare nella Fiorentina». Si fa forza da solo, anche perché, guardandosi attorno, non vede facce di protagonisti. E di talenti. «L'Italia ha bisogno di gente nuova che porti entusiasmo. Conto su tutti: su El Shaarawy e Pellé, su Soriano e Cerci, su Bonaventura e Bertolacci. In prospettiva su Gabbiadini e Okaka». Ne nomina diversi. Mai Balotellli. Il più pronto e anche il più bravo. Scartato perché non aiuta nel «percorso di crescita». Maggio, influenzato, è out. La ciambella di salvataggio, domenica sera, è stata la difesa a 4. Come quando ha allenato il Bari e il Siena. Non la Juventus e la nazionale.
MODULO SPERIMENTALE Ha dovuto rinunciare alla difesa a 3, anche se è «quella che dà più certezze ai miei giocatori». Davanti alla Croazia che «oggi è più forte» e per colpa dei tanti infortuni ha modificato il sistema di gioco. Insisterà, anche nell'amichevole contro l'Albania, sull'esperimento che sembra riuscito: 4 giocatori lì dietro, pure perché molti di loro sono abituati nei rispettivi club a schierarsi così. «Ho sempre modellato il modulo in base alle caratteristiche dei giocatori». La Nazionale di De Biasi, al 48° posto del ranking Fifa, in questa stagione ha un'unica sconfitta, a tavolino, contro la Serbia. A ottobre ha pareggiato in casa contro la Danimarca, venerdì scorso in trasferta (e in amichevole) contro la Francia. E, sempre fuori casa, a inizio settembre ha vinto contro il Portogallo. L'Italia, insomma, deve stare attenta. Come contro la Croazia. Marassi accoglierà almeno 20.000 spettatori (7.000 albanesi). Le previsioni meteo, dopo la pioggia di ieri, sono finalmente buone. La Figc e le leghe hanno stanziato fondi (circa 500 mila euro) per la ricostruzione degli impianti di calcio di Genova.