D’Alessandro a testa alta: «A Garcia toglierei Pjanic»

22/11/2014 10:04

GASPORT (F. ODDI) - L’operazione fatta a giugno ricorda un po’ quella che a Trigoria stanno valutando se fare con Jedvaj: il ragazzo è bravo, può fare comodo, ma fanno comodo anche i contanti. E così, Marco D’Alessandro, che per caratteristiche – velocità, dribbling e capacità di creare superiorità numerica – poteva essere il cambio di Gervinho, dopo un’eccellente stagione al Cesena, è stato ceduto a titolo definitivo per 2 milioni di euro all’Atalanta che, pur avendo in un ruolo simile l’Under 21 Molina, è convinta di poterlo rivendere bene nel giro di un paio d’anni, e lo ha blindato con un quinquennale.

TALENTO - Negli anni del settore giovanile c’erano grandi aspettative sulla classe ‘91, e D’Alessandro, strappato alla Lazio dopo la finale dei Giovanissimi Regionali (10 alla Roma, gol suo), era il più bravo: nel dicembre 2007 aveva già raccolto le prime due partite di fila da titolare in Primavera, Bertolacci c’è riuscito nell’ottobre 2008, nel gennaio 2009. Nella stessa stagione in cui ha esordito in Primavera, D’Alessandro ha debuttato in A: 29 marzo 2009, a Spalletti mancava una squadra intera, tanto da costringerlo a schierare titolare la meteora brasiliana Filipe, la partita finì tutt’altro che bene (RomaJuve 14), ma D’Alessandro, in 8’ giocati al posto di Menez, rischiò di segnare: Buffon gli negò il gol che gli avrebbe cambiato la carriera.

GAVETTA - Avesse segnato all’esordio probabilmente non avrebbe concluso la stagione con 3 presenze, e non sarebbe passato in estate al Grosseto, senza più tornare in quella Roma dei grandi che lo aveva accolto così bene, e per primi. A Daniele chiederà la maglia a fine partita, con i rapporti sono rimasti ottimi, ma il giocatore più temuto dal talento di Colli Aniene è un altro. «Se potessi scegliere – ha dichiarato a Roma Radio – a toglierei : quando ha il pallone ha già pensato a tre giocate, mi piace tantissimo. Sarà difficile per noi, dovremo fare la partita della vita. Ma io alla Roma dovrò sempre dire grazie perché mi ha dato la possibilità di fare questo mestiere, mi ha fatto esordire. Poi mi ha venduto, e ci ha guadagnato, e io ne sono contento. La Roma ha bisogno di top player».