28/11/2014 08:58
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - E vada per le «signorine», gli strip, la lap dance e magari anche il ballo sui cubi al ritmo di house. E poco importa se alla fine della serata le ragazze in questione erano meno vestite del solito o se qualche birra è volata via. Insomma, va bene tutto, o meglio, sarebbe andato bene tutto se quel gol a tempo scaduto non avesse cambiato la serata e le prospettive romaniste. Perché se la Roma avesse vinto e messo già un piede agli ottavi di finale della Champions League, ora si starebbe parlando di altro: celebrazioni, caroselli e poco altro. Di certo non il bigottismo sorprendente mostrato da molti (e da alcuni non sarebbe stato proprio il caso come suggerisce qualche compagnia aerea), divenuto a tratti quasi fastidioso.
Il discorso è tutto lì, sarebbe bastato vincere la partita (pensa te...). Poi come spesso in Italia, soprattutto nelle grandi piazze, c’è il brutto vizio di sparare sul pianista. A prescindere da quale maglia indossi. Un po’ di divertimento, una serata che strappa le regole, non ha mai fatto male a nessuno soprattutto se quel nessuno è uno sportivo e ha superato da poco i vent’anni. Torna alle mente l’annosa questione su mogli e fidanzate nei ritiri, sul fatto che il sesso pre-gara possa «tagliare» o «montare» la prestazione sportiva. Ora, a parte che si trattava di un post-gara, e che di sesso non ce ne è stato affatto, la domanda che verrebbe da fare è: «Ma qual è il problema?». Perché un gruppo di ragazzi non può andare un sera a divertirsi senza pensieri? E che sia su una pista da bowling indossando delle improbabili scarpette, o tra le luci stroboscopiche di uno strip club, cambia poco o nulla. O no!?