24/11/2014 09:05
GASPORT (C. ZUCCHELLI) - In fondo il rimedio più efficace potrebbe essere quello che Giorgio Rossi, storico massaggiatore della Roma, ha utilizzato per una vita con i suoi calciatori: quando fa troppo freddo, e le gambe tremano non per la tensione, tanti massaggi e una zolletta di zucchero con una goccia di cognac. L’ansia passa, il gelo si sente meno. Se faranno così anche Garcia e i suoi collaboratori non è dato sapere, ma il tecnico e il suo staff hanno preparato minuziosamente la trasferta in Russia fin da quando, ad agosto, sono stati sorteggiati gironi e calendari. «Andare a Mosca a fine novembre non sarà facile», disse allora Garcia, e adesso che il grande giorno nel grande freddo è arrivato l’allenatore ha deciso di far partire la squadra in anticipo per farla ambientare prima. «Però — spiega Mario Brozzi, per anni medico sociale della Roma —, i corpi di ragazzi giovani e allenati riescono ad adattarsi rapidamente. Trovano in fretta le energie».
PIÙ PASTA E CROSTATE Sicuramente però il brusco calo delle temperature comporterà qualche disagio: «Noi giocammo in Norvegia (a Tromsoe, ndr) a fine ottobre, ma era come se fosse pieno inverno, poi ci sono state anche partite a Mosca dove il clima era gelido e gli accorgimenti sono stati quelli classici». Appunto, quali? «Per prima cosa va detto ai calciatori di dedicarsi con particolare attenzione al riscaldamento: la quota di energie che si disperde per la termoregolazione è più elevata, quindi bisogna preparare bene i muscoli. Si comincia in hotel, perché serve un apporto di calorie maggiore». E allora, spiega Brozzi, sì ad una dieta ricca di carboidrati, parmigiano, crostate, zuccheri e marmellate.
OLIO E RISCHI E poi, aggiunge, «Sarà importantissimo il ruolo dei fisioterapisti. C’è un tipo di olio che riscalda di più e meglio i muscoli e questo, unito al lavoro specifico da fare prima di scendere in campo, può essere fondamentale». In una squadra già falcidiata dagli infortuni muscolari, la partita in Russia rischia di essere devastante? «Sicuramente — ammette Brozzi — un minimo di rischio in più c’è, anche se le insidie derivano più dall’affaticamento che dal freddo. Certamente, in un fisico già provato andare a giocare a 6 o 7 gradi sotto lo zero (questa la previsione) non è l’ideale, bisognerà stare attenti e sperare in un pizzico di buona sorte».