«Io, escort e le passioni dei calciatori»

28/11/2014 09:09

IL TEMPO (D. DI SANTO) - «Ma quanto scalpore per una serata in uno strip club a Mosca. I calciatori, in Italia e lontani dai paparazzi, fanno ben altro». A parlare è A., 25 anni, italiana. Da cinque anni fa la escort di livello, a tempo pieno. Un business del sesso che si alimenta sull’asse tra Roma e Milano, con puntate a e Firenze, per non parlare dell’estate in Adriatico o in Sardegna. Grazie al passaparola del mondo del pallone di mezza Italia finì di striscio in un’inchiesta sulla prostituzione. La cercano in molti. Attraverso questo passaparola l’abbiamo raggiunta.

Che ne pensa del clamore suscistato dalle foto dei calciatori della Roma davanti a uno strip club?
«No, siamo in Italia, è normale. Eppure mi è sembrata una cosa così innocua, cosa c’è di male nel vedere qualche spogliarello? Dopo una partita importante è normale cercare un po’ di relax».

Frequenta calciatori?
«Certo, e non solo io. Sono soprattutto quelli sposati o fidanzatissimi che cercano ragazze come noi. Succede tutti i giorni».

Calciatori di serie A?
«Sinceramente alcuni non so se sono famosi o meno perché non seguo le partite e non tifo per nessuna squadra. Però ce ne sono di molto conosciuti che mi contattano, soprattutto quando sono lontani da casa, ma non so se prima o dopo le partite. E quelli di cui parlo non chiamano solo me, ma anche qualche mia amica. Per alcuni diventa una mania».

Famosi quanto?
«Ce ne è uno molto noto ma non posso, anzi non voglio dire di più...»

Italiano?
«Non posso dire niente, comunque la maggior parte dei calciatori che ho frequentato non sono stranieri».

Non hanno paura di essere «paparazzati»?
«No, impossibile, trovano massima discrezione. Raramente mi contattano direttamente. In genere si servono di persone dell’ambiente, cosi si dice no? È capitato di averli incontrati in albergo, affittano una stanza magari al piano inferiore così nessuno dà nell’occhio. So di colleghe che sono state anche nei ritiri prepartita delle squadre, ma non so come abbiano fatto per non farsi beccare».

Questa figura professionale dell’«accompagnatore», amico del calciatore, c’è sempre stata?
«Non lo so. Sono giovane, non è da tanto che faccio questo mestiere a livelli così alti. Nei club e nei night dove è probabile che ci siano ragazze da portare in un hotel sempre più spesso i calciatori si affidano ad amici fidati. Sono loro che trattano, si informano, consigliano, si preoccupano di macchine e alberghi. E ovviamente sono loro che pagano sia la prestazione che il barista, o il di notte, per farsi gli affari loro».

Sembrano consulenti...
«Già, forse servono loro per stare più tranquilli ed evitare spiacevoli sorprese. Comunque ci sono anche quelli che si muovono da soli, di nascosto. Spesso sono quelli con qualche gusto particolare...»

Del tipo?
«C’è un calciatore non più giovanissimo che cerca alternativamente compagnia femminile e maschile. Ce n’è per tutti i gusti, ma non vedo lo scandalo: sono ragazzi, fanno quello che fanno tutti i ragazzi. Solo che i gioocatori hanno più soldi, tanti soldi...»