Juve-Roma, la volata tra gli affanni. Allegri: “Un duello fino alla fine”

09/11/2014 11:14

LA REPUBBLICA (T. ORMEZZANO - M. PINCI) - Una è costretta settimanalmente a dimostrare, anche a se stessa, di saper rompere con un passato glorioso. L’altra, i fantasmi di un passato non certo esaltante che credeva di aver cancellato se li è invece ritrovati davanti. Calato il sipario sulla , le ansie di e Roma sono ancora lì, hanno solo cambiato nome: non più Olympiacos e Bayern ma Parma e Torino. A separarle i soliti tre punti, come a dire che l’unica differenza tra Allegri e sta in quel velenoso faccia a faccia di un mese fa allo Stadium. Lo stato d’animo dei due, però, non potrebbe essere più diverso: il proprio, il tecnico bianconero lo ha esplicitato con un’onomatopea da fumetto, “fiuuu”, che come per i bambini indica il sospiro di sollievo dopo la rimonta nel turno di coppa. Quello che ha invece grattato via altra vernice dall’autostima della Roma: nonostante i mugugni rumorosi di una piazza costantemente inquieta siano lì a ricordargli i quattro ko nelle ultime otto gare, però, si ostina nella ricerca di un’autoaffermazione almeno verbale: «Ho detto che vinceremo lo scudetto e non parlo al vento: non saranno un paio di partite a cambiare le mie convinzioni». Se la Roma ancora si cerca, la si è trovata intorno a un nuovo modulo, quello più caro al suo allenatore, che inizia a incassare il consenso popolare («Era normale che dovessi conquistarmelo a poco a poco») dopo aver partorito una propria evoluzione di gioco: difesa a quattro e trequartista, addirittura doppio, tagliando definitivamente il cordone ombelicale che la legava al 3-5-2 su cui aveva costruito gli ultimi trionfi. Ora la squadra è pronta a camminare con le sue (nuove) gambe: «Cercheremo di cambiare, per avere stimoli nuovi e giocare in modo di verso». Ma l’evoluzione potrebbe diventare rivoluzione: assente Pirlo, fuori uso almeno 5 giorni per una contusione alla coscia, e senza lo squalificato Vidal, Allegri è pronto a lanciare Romulo, all’esordio tra i titolari, con Pereyra e Tevez alle spalle di Llorente. Senza però escludere l’idea di un tridente “pesante”, con Morata: «Ma dipende dalla loro disponibilità alla fase difensiva. E lì davanti biso- gna essere più cattivi, i nostri proble- mi non li abbiamo risolti con il 3-2 al- l’Olympiacos». Nemmeno la Roma ha risolto i propri: difesa obbligata senza gli infortunati Astori, , e Cholevas, un acciaccato e un attacco da 3 gol appena nelle ultime 5 uscite. Certo i guai non li risolverà , che torna in panchina 245 giorni dopo la lesione al senza comunque margini di impiego. Se ne riparlerà dopo la sosta:«A cui sarebbe meglio arrivare vincendo. Vogliamo farlo ma dobbiamo migliorare nel trovare la porta e nella solidità difensiva», ammette . Un altro passo falso rischierebbe di alimentare il distacco con la e di farsi riassorbire dal gruppone delle inseguitrici, con il fantasma del sempre più ingombrante (soprattutto dopo il 2-0 di otto giorni fa). Eppure, Allegri non ha dubbi: «Nonostante il momento difficile la Roma è a tre soli punti da noi e sarà la nostra principa- le antagonista fino alla fine». Oggi anche ci metterebbe la firma.