07/11/2014 09:12
GASPORT (M. CECCHINI) - Inutile nasconderlo: 4 sconfitte in un mese minerebbero l’autostima persino di un colosso come il Real Madrid. Per questo alla Roma, dovendo metabolizzare la bufera, erano persino curiosi – si fa per dire – di sapere come Rudi Garcia avrebbe reagito a quello «stress test» che in oltre un anno non aveva mai vissuto. Diciamo che l’esame finora è stato superato: l’allenatore ha stimolato il gruppo verso i prossimi obiettivi, anche se alcuni vorrebbero un tecnico più distaccato dalle «chiacchiere» calcistiche romane, cosa che – dicono – gli riuscisse meglio lo scorso anno.
MOTIVAZIONI - Probabilmente anche le conferenze delle due vigilie contro il Bayern, raccontano, potevano essere modulate meglio: troppo spavalda la prima, troppo arrendevole la seconda, con la squadra che è parsa assecondarlo in entrambe le situazioni. A dir la verità, molto sembra farina del senno di poi. Cioè, a risultato acquisito, è facile giudicare. Un fronte che Garcia ha aperto, comunque, è quello di convincere tutta la rosa sulla bontà della preparazione che non da tutti viene digerita. Insomma, sommando tutti i motivi, si spiega perché la partita col Torino viene vista come una sorta di match spartiacque, di quelli che possono cambiare l’inerzia di una stagione.
TOCCA A PALLOTTA - Ovvio che quel senso di quasi invulnerabilità che aveva permeato il gruppo giallorosso nella scorsa stagione, tra sconfitte pesanti ed infortuni pare appannato. Una delle medicine, però, potrebbe essere a portata di mano. Da ieri, infatti, è sbarcato a Roma il presidente James Pallotta, reduce dal blitz a Nyon. Non è escluso che già oggi stesso il numero uno del club vada a Trigoria per parlare alla squadra, visto che il più ottimista sul fronte rincorsa scudetto sembra essere proprio lui.
BALANTA & DARMIAN - Ma una nuova iniezione di fiducia potrebbe arrivare anche dal mercato, visto che a gennaio si torna a parlare di Balanta (River Plate), Adriano (Barcellona) e Darmian (Torino), soprattutto se si riuscirà a convincere Cole ad accettare le proposte Usa. Ma una cosa è chiara: se Garcia riuscirà a risollevare l’autostima del gruppo, il grosso del lavoro sarà già compiuto.