04/11/2014 08:20
IL TEMPO (F. MAGLIARO) - «Per lo stadio della Lazio, dieci anni fa, sono stato un antesignano e abbozzai un'ipotesi di progetto che poi mi fu tarpato su presupposti di alcuni vincoli. Sono curioso di vedere che cosa succede a quello della Roma che si trova in una condizione forse peggiore di quel progetto della Lazio». Parola di Claudio Lotito, presidente della Lazio, a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24. I vincoli, ai quali fa riferimento il patron biancazzurro e che «tarparono» il progetto di Casa Lazio, sono quelli di «esondazione controllata» del Tevere. In sostanza, in caso di piena pericolosa per Roma, parte dei terreni della Tiberina, interessati dallo Stadio delle Aquile, verrebbe utilizzata come «cassa di espansione naturale» e, quindi, sommersa dalle acque del Tevere per evitare danni peggiori in città. Lotito, poi, ha aggiunto: «È totalmente infondato che vorrei una legge senza regole per mettere a frutto i miei terreni sulla Tiberina. Innanzitutto, non ho scelto ancora la location, ma al di là di questo, penso che uno stadio debba avere un'auto consistenza di carattere economico-finanziario, un equilibrio economico-finanziario finalizzato sia alla realizzazione che al mantenimento. Quei terreni erano un'ipotesi di lavoro. È un'ipotesi ancora vera, sono 550 ettari, penso la più grande proprietà del comune di Roma. Se quei terreni sono a rischio esondazioni? Se sono a rischio esondazione quei terreni, figuriamoci quelli che stanno sulla sponda del Tevere che è dove verrà realizzato lo stadio della Roma. Sono curioso di vedere che cosa succede, se c'è un pari trattamento».
Il tema del rischio esondazioni è stato affrontato più volte, sia in sede tecnica che politica. Paolo Masini, assessore ai Lavori pubblici, ad inizio settembre disse: «Chiedo che parte dei fondi sia destinata a fronteggiare il dissesto idrogeologico. Non è infatti possibile realizzare un’opera di quella portata senza ricordare che proprio lì (in realtà era all’Infernetto e non a Tor Di Valle, circa 15 km di distanza) un paio di anni fa, una persona è morta per le esondazioni del Tevere». Anche in sede tecnica, durante la Conferenza di Servizi, il tema è stato affrontato. L’Autorità di Bacino del Tevere, infatti, ha garantito che nella zona di Tor di Valle non si registra rischio esondazione ma ha richiesto - e il Comune lo ha inserito in delibera - un investimento, 5 milioni di euro, per mettere in sicurezza il Fosso di Vallerano (a circa 1 km a monte dell’area dello Stadio). Si tratta di un «intervento di messa in sicurezza del fosso», con «consolidamento dell'argine del Tevere nei pressi della confluenza del Fosso» con «adeguamento geometrico e strutturale» che «dovranno contenere la portata della piena di riferimento».
A completare la giornata, va registrato anche un esposto in Procura contro la delibera comunale sulla pubblica utilità dello Stadio. Presentato questa mattina dai rappresentanti del «Comitato Difendiamo Tor di Valle dal cemento», si chiede ai magistrati di controllare «procedure e provvedimenti per verificare illeciti e violazioni di norme amministrative e di legge».