Nazionale, il ritorno di Balotelli. Scelta intempestiva che fa saltare la legge del merito

11/11/2014 10:10

CORSERA (A. COSTA) - Alzi la mano chi spasimava per un ritorno di Mario Balotelli in azzurro. Se un merito andava riconosciuto ad era proprio quello di avere fatto piazza pulita del passato prossimo, azzerando ogni traccia di questo ragazzo in perenne lotta con se stesso e con il mondo che qualcuno, incauto e blasfemo, aveva addirittura osato paragonare a Gigi Riva che nelle sue 33 presenze azzurre aveva segnato 28 gol quando lui si è piantato a 13.

Ciò premesso, la mossa del nuovo c.t. è di difficile comprensione per tutto un ventaglio di ragioni, a cominciare da quella meritocrazia sbandierata come tratto distintivo della sua Italia e subito disattesa: ci si domanda infatti quali meriti abbia acquisito l’ex milanista nella sua nuova vita inglese se è vero, come in effetti è vero, che a Liverpool lo vedono già come fumo negli occhi anche per un rendimento che più in rosso non si può. Aperta parentesi: se la discriminante deve essere la meritocrazia sarebbe interessante che ci chiarisse pure la presenza di Alessio Cerci, mai titolare nella Liga e in con l’Atletico Madrid. Anche a livello comportamentale negli ultimi tempi non sono accaduti fatti di rilievo tale da modificare i poco incoraggianti giudizi sul Nostro che, anzi, per festeggiare il ritorno a Coverciano ha pensato bene di stazionare fino all’alba in una discoteca londinese dopo la sconfitta con il Chelsea.

Al c.t. non piace esprimere giudizi per sentito dire. Giusto: allora perché, per testare Mario da vicino, attendere la sfida con i croati, crocevia del nostro girone di qualificazione continentale e dunque presumibilmente di più complessa gestione? Davvero è convinto che la presenza di Balotelli nel gruppo azzurro costituisca il viatico per una settimana tutta serenate e mandolini? E i veleni sedimentati dopo la nostra ingloriosa eliminazione in Brasile? Siamo certi che sotto i ponti sia passata acqua a sufficienza per lavare tutto? A tale proposito sarebbe interessante sapere che ne pensano i grandi vecchi della squadra, Buffon, & co. Diciamo la verità: da qualsiasi parte la si rigiri, questa chiamata appare per quello che è. Se non inopportuna, certamente intempestiva.