07/11/2014 08:39
IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Pur essendo un umano, lui non ha nulla di umano. Ecco perché esistono i portieri e poi c’è Manuel Neuer. Ch’è tutta un’altra cosa. Disumano, appunto. Definire Neuer (solo) un portiere significa fare un torto alla ragione. Dire che il capitano della nazionale campione del mondo di professione fa il portiere, come Buffon o Lobont, è corretto, ma Neuer - e nessuno se ne abbia a male - oggi non è comparabile con nessun collega. Troppo più forte di tutti. Troppo di troppo più di tutti. Questione di classe. E di tecnica. E pure di fisico. Neuer, grande e grosso come un armadio, ha l’agilità (esplosività/forza) di un ginnasta impegnato nel corpo libero. Ecco perché fargli gol, cioè superare tutte le barriere che riesce a opporre all’avversario, è impresa talvolta ai limiti dell’impossibile. Perché dove non arriva con il corpo, arriva con la tecnica. La mostruosa parata confezionata su quel tiro di Nainggolan, l’altra sera a Monaco, è la sintesi perfetta di che cosa significhi essere Neuer: tecnica eccelsa abbinata a una fisicità dirompente. Una disarmante prova di potenza a tutto tondo. Una parata che qualsiasi portiere sognerebbe di fare almeno una volta nella vita. E che, invece, per il numero 1 del Bayern rappresenta la normalità.
L'EREDE DI YASHIN - Il calcio ha vissuto per anni sulla leggenda che i portieri dovessero avere strutturalmente qualche rotella fuori posto, un po’ kamikaze e un po’ clown, comunque sempre disposti a buttarsi tra i piedi di un avversario lanciato a tutta velocità, e senza farsi neppure il segno della Croce. Poi sono cambiate le regole e sono cambiati pure i compiti del portiere, che ha obbligatoriamente dovuto cominciare a giocare con i piedi oltre che con le mani. E così tra i pali niente più pazzarelli in cerca di fratture ma raffinati palleggiatori con i guanti dell’Adidas e, soprattutto, con una spiccata abilità tattica. Cioè, in grado di sapere sempre cosa fare e come farla senza poter usare le mani. Quando, ad esempio, si sostiene che il Bayern difende con due soli centrali, si dimentica che il terzo (o il quarto?...) centrale è Neuer, il vero “libero” e regista difensivo di Pep Guardiola. Portiere volante, come si diceva tanti anni fa giocando per strada con gli amici del quartiere. Uno da Pallone d’Oro, riconoscimento che solo una volta, Lev Yashin, 1963, è andato a un portiere. È possibile, dunque, che Neuer riesca a bloccare tutti i palloni possibili tranne uno d’oro? Lo scopriremo solo vivendo.