Rialzati Roma

05/11/2014 08:43

GASPORT (M. CECCHINI) - Se non bastasse la voglia di scacciar via l’umor malinconico che si respira in questi giorni, il programma motivazionale per la squadra di è stato gentilmente fornito ieri dallo stesso Pep Guardiola. «Partite del genere si giocano al massimo per rifarsi davanti ai tifosi, per orgoglio, per amore del proprio mestiere». Sottoscriviamo ogni parola, ma la Roma ha anche altri motivi da mettere sul piatto. E tutti più concreti. A denti stretti, i giallorossi hanno ammesso che l’1-7 dell’andata ha creato una ferita all’ego non ancora rimarginatasi. Proprio per questo, a dispetto dell'emergenza in difesa, tornare dall’Allianz Arena con un risultato utile rappresenterebbe una iniezione di autostima da sfruttare nel giardino di casa del campionato. In caso contrario, masticare gli esiti della eventuale quarta sconfitta in un mese (dopo , Bayern e ) avrebbe esiti imprevedibili. Certo, sceglie di trincerarsi nel realismo. «Abbiamo poche possibilità di fare risultato, una su dieci. Nel Bayern ci sono 6 giocatori in lizza per il Pallone d’oro più Ribery. Nessuno ha fatto punti qui a Monaco, normalmente sapremmo già come va a finire». Ma dopo il pugno allo stomaco, il francese ci risolleva. «I miei sanno che il Bayern è irraggiungibile, però non entriamo in campo come vittime. Se siamo umili e, quando possibile, mettiamo il naso fuori dalla finestra, vediamo che succede».

Il & Pallotta Considerazione saggia. Anche per fini strettamente di classifica, sarebbe sciocco sottovalutare la bontà di possibili punti conquistati a Monaco. Vero che con tutta probabilità la qualificazione per la Roma si deciderà nel confronto diretto col , ma sottrarre al Bayern la possibilità di qualificarsi aritmeticamente come prima del girone, significherebbe costringerla a giocare una partita vera col Manchester, che di sicuro invece gradirebbe incontrare un Bayern senza motivazioni per avvicinarsi alla sfida dell’Olimpico con due risultati su tre a disposizione per passare il turno. Tra l’altro, prima di volare domani a Nyon per perorare la causa dei conti giallorossi sotto esame davanti alla Uefa, in tribuna stavolta ci sarà anche James Pallotta. Il presidente è uomo di sport ma non ama le brutte figure, soprattutto in contesti internazionali. Motivo in più per tirare una riga sull’1-7 da catalogare nella casistica «incidenti».

Occasione Difficile invece collocare in questa categoria il rapporto tra e il Bayern. Tra Lilla e Roma, in tre match contro i bavaresi l’allenatore ha sempre perso subendo addirittura 14 reti e segnandone solo 2. Se sia una sorta di sindrome di Stendhal (si perde i sensi davanti alla bellezza) o di sindrome di Stoccolma (ci si innamora dei propri carcerieri) non sapremmo dirlo, ma di sicuro vuole togliersi di dosso l’etichetta di piccolo contro i grandi. Per questo non sarebbe un’eresia stasera trovare equilibri diversi rafforzando il centrocampo e, soprattutto, evitando di esporsi a bufere iniziali. Ed infatti chiude sornione: «Se si ha una linea tattica occorre seguirla, però quando si gioca contro una squadra più forte non bisogna essere stupidi». Come dire, aspettatevi sorprese. E noi apprezziamo. Perché questo vuol dire in fondo che la Roma ci crede almeno un po’.