18/11/2014 08:16
IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - La data della discussione è ancora incerta, probabilmente il prossimo 27 novembre, ma si può tracciare un quadro chiaro di come finirà la votazione in Consiglio comunale sulla delibera Stadio della Roma.
Favorevoli, «come volano dell’economia e per i posti di lavoro» lo sono, a parole, tutti. In realtà, su 48 consiglieri comunali, quelli che certamente voteranno «sì» alla delibera sono 29, quattro in più della maggioranza necessaria di 25. Quelli che certamente «no» era e «no» rimane sono 6. In mezzo ci sono 13 voti «ballerini», fra indecisi - tra i quali spicca l’ex sindaco Gianni Alemanno - e astensioni da decidere all’ultimo. Il Pd, compatto ma non convinto, voterà a favore, insieme a Lista Civica Marino e Centro Democratico. Con loro, anche il voto dei cinque consiglieri dell’area Forza Italia. Fra i no, due esponenti della maggioranza, il radicale Riccardo Magi (Lista Civica Marino) e Gemma Azuni di SeL, con i consiglieri M5S.
Questi voti si possono definire «certi», a meno di sconvolgimenti dell’ultima ora. Restano fuori 13 palline: 3 di SeL e tutto il resto dell’opposizione. In realtà, molte delle annunciate astensioni potrebbero trasformarsi in «sì» a patto che, nel dibattito, venissero accolti alcuni correttivi alle opere. Andando per ordine: chiare le motivazioni del netto «no» dei due consiglieri di maggioranza, Magi e Azuni. In primis, la mancanza di un interesse pubblico alla quale si sommano altre preoccupazioni: «Io vengo da quella zona - dice la Azuni - questo stadio sarà la fine per un’area già in enormi difficoltà per la mobilità. Mi dovrebbero garantire investimenti sulla mobilità che non sono in grado di fare». Anche Magi ha le idee molto precise: «Come si pensa di vendere tutti questi uffici in una città in cui le imprese chiudono? Forse che da qualche parte qualcuno pensa di poter trasformare poi questi uffici in case? È ancora aperta la questione della proprietà dell’area e sarebbe necessario attendere almeno l’esito del processo».
In realtà, parlando con ogni singolo consigliere, si scopre che alcuni, anche fra i favorevoli, non hanno nemmeno letto la delibera e si affidano - mani, piedi e voto - a ciò che riferisce loro qualche altro consigliere più diligente. Ma, con quelli che hanno studiato si scopre che non sono molti quelli soddisfatti pienamente dal progetto. Se alcuni voteranno per disciplina di partito, altri esprimeranno il loro assenso solo perché ritengono prioritario lanciare un forte segnale per l’occupazione. E il tifo non conta: posizioni simili sono state espresse tanto da consiglieri di provata fede giallorossa che biancoceleste.
Il primo nodo che, al di là di tutto, non convince nemmeno i favorevoli è quello della mobilità, sia pubblica che privata. Per il centrosinistra, D’Ausilio, De Luca, Giovanni Paris, Policastro, Tiburzi; per il centrodestra, Cantiani, Mennuni, Bordoni, Rossin, avanzano dubbi sulla soluzione Metro B e sull’asse viario via del Mare/via Ostiense. In sostanza, voteranno a favore, ma non credono che la soluzione migliore sia quella prospettata dalla Giunta. Gianni Paris (Pd), spiega: «Le conseguenze sul quadrante saranno enormi specie al momento del deflusso dallo stadio. Quanto meno, se non si potenzia la Roma-Lido invece di fare questo scambio sulla B, occorrerebbe almeno prolungarlo fino alla stazione Muratella della ferrovia regionale. Altrimenti si crea una cosa monca». Cantiani (Ncd) dice: «Non è in discussione l’importanza dell’opera, ma le sue ricadute. Manca anche un’ipotesi di esercizio di come funzionerà la metro con questo sistema ideato. Come si fa a esprimersi su carta?».
A latere, le posizioni dei Cinque Stelle e del gruppo di Alfio Marchini. Spiega Onorato (Lista Marchini): «Il nostro voto non è deciso perché vogliamo sentire cosa emergerà dal dibattito in Aula. Siamo favorevoli all’opera ma non convinti di alcune soluzioni». Mentre il gruppo dei consiglieri del movimento di Grillo è nettamente contrario: «Siamo a favore dello Stadio ma contrari al progetto. L’area è sbagliata e il progetto carente sotto moltissimi punti: a partire dal rischio idraulico e dalle cubature in eccesso che dovrebbero scendere al massimo a 300mila. Potremmo votare a favore qualora tutti i nostri ordini del giorno venissero accolti». Quindi, rimangono quattro voti contrari.