10/11/2014 10:49
REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - I 62,5 milioni di euro che il Coni "gira" alla Figc non vanno alle tre Leghe professionstiche ma alle spese arbitrali (49 milioni), al funzionamento della giustizia sportiva (5), al settore giovanile (1,5), alle Nazionali (6) e alla varie commissioni (1). La Lega B e a Lega Pro usufruiscono invece della mutualità dei diritti tv che genera la serie A (dal 2015 probabile 1,2 miliardi all'anno, con un aumento del 20 %). Ora di questi 62 milioni è previsto un taglio drastico, già dalla stagione 2015: 22,5 in meno, secondo i primi calcoli svelati poco tempo fa, ma Carlo Tavecchio, che domani pomeriggio incontrerà Giovanni Malagò a Palazzo H, spera in uno ... sconto. Quanto? Non si sa. Del tesoretto (quasi 14 milioni) non resta molto, ormai, e poi Malagò non può esagerare col calcio, altrimenti ci sarebbe la rivolta delle altre Federazioni.
Ma il n.1 dello sport italiano, rientrato oggi da Bangkok, non cerca lo scontro con Tavechio: anzi, vuole aiutarlo. Il taglio dagli ipotizzati 22,5 milioni potrebbe scendere a 18-20: ma starebbe bene alla Figc? Cosa direbbe il consiglio federale convocato per il 20 novembre? Il 31 luglio, quando, prima delle elezioni, Tavecchio incontrò Malagò gli disse che il calcio avrebbe accettato una sborbiciata di circa 10 milioni, non di più. Pura utopia, ormai. La stangata metterà in crisi l'attuale sistema calcistico: anche perché 20 milioni in meno su un bilancio che arriva a fatica a 180 non è poco. Michele Uva, il direttore generale di via Allegri, si è già messo al lavoro: ma deve conoscere la cifra definitiva prima di operare e soprattutto deve sapere quali sono gli intendimenti "politici" del governo del calcio. Uva ha detto anche una cosa apprezzata al Coni, dove è stato apprezzato dg: "C'è troppo poco tempo per correre ai ripari". E' vero: questo è tempo di bilanci e solo nel 2015 arriveranno i soldi in più degli sponsor, dei diritti tv della Nazionale, dell'adivisor Infront. Il Coni potrà venire incontro alla Figc? Si vedrà.
Intanto, è molto probabile che i club dei dilettanti debbano farsi carico di almeno una parte delle spese arbitrali. Un arbitro di seconda, terza categoria e di settori giovanili, prende 32 euro di rimborso a partita: questa cifra potrebbe essere pagata dalle squadre che giocano in casa. La gratuità delle spese arbitrali, una delle conquiste di Tavecchio quando era leader della Lega Dilettanti, forse dovrà essere rivista. Tagli anche sulle Nazionali giovanili (tranne la Under 21): speriamo non tocchino il calcio femminile ora che sarebbe necessario un vero piano di rilancio, visto che Fifa e Uefa ci tengono molto. Sarà possibile rivedere gli stipendi degli arbitri di serie A, quasi professionisti? Domattina a Fiumicino ci sarà l'assemblea della Lnd, che eleggerà l'erede di Tavecchio. Unico candidato Felice Belloli, uomo esperto di conti. Lo aspetta una bella grana.