26/11/2014 09:44
IL TEMPO (A. SERAFINI) - Tante, troppe emozioni contrastanti e in così poco tempo. Normale quindi che a fine gara sia scosso Francesco Totti, al settimo cielo per aver allungato il record di marcatore più longevo in Champions League e allo stesso tempo convinto che quella punizione sarebbe servita alla sua Roma per mettere un piede e mezzo negli ottavi di Champions League. Poi il crollo, lo stupore di un episodio inaspettato e inaccettabile: «È come aver ricevuto un destro da Mike Tyson», ammette il capitano. «È inutile però stare qui a colpevolizzare quello che è successo, abbiamo sbagliato in troppe occasioni. Una grande squadra deve saper gestire meglio il pallone». La sua Roma però non è ancora al tappeto e rimane un’ultima ripresa da affrontare.
Se cercate più ottimismo meglio rivolgersi a Rudi Garcia, nonostante il viso pietrificato a fine gara non può essere giustificato soltanto dalle temperature polari di Mosca. Lui, come il resto dei suoi ragazzi, ha assaporato il sogno anticipato della qualificazione, ma come gli impone il ruolo, non ha mostrato pubblicamente la delusione. Accompagnando il nervosismo della squadra che prendeva a calci e pugni ogni cosa nel tragitto verso gli spogliatoi, si è presentato davanti alla telecamere cercando di racchiudere tutta la lucidità e la calma possibile: «Nulla è perso, abbiamo ancora il destino nelle nostre mani». Quello di nascondere la delusione è un esercizio difficile per il tecnico francese, abile però a cercare comunque l’ottimismo legato alla possibilità di poter ancora passare il turno: «Il risultato tra Manchester City e Bayern Monaco non ci dovrà interessare più di tanto, forse il pensiero che dovremo battere il City nell’ultima giornata ci aiuterà a capire meglio in quale modo dobbiamo preparare la partita». Anche perché quella di ieri sera ha mostrato nuovamente pericolose lacune di gestione nell’arco della gara, dalle occasioni sprecate per chiuderla alle disattenzioni che sono costate il pareggio a 27 secondi dal termine: «Il Cska non è quasi mai stato pericoloso, però quando sprechi tante occasioni per segnare il secondo gol è normale che puoi prenderlo così». Non c’è rimpianto neanche per la frase detta alla vigilia ribadendo che il pareggio sarebbe stato comunque un buon risultato. Certo non con queste modalità: «No, non sono pentito. Ho detto ieri che un pareggio sarebbe stato un risultato utile ma che avremmo dovuto giocare sempre per vincere, l’abbiamo fatto anche stasera». Figurarsi poi se si può addossare qualche colpa ai singoli. A partire proprio da Strootman, reo di aver perso quel pallone a centrocampo a pochi secondi dalla fine: «Kevin deve giocare per ritrovare il ritmo della competizione. Dopo abbiamo messo anche Pjanic per tenere la palla ma c’era un gioco molto difensivo. Non abbiamo chiuso la partita purtroppo e abbiamo perso questa palla alta che ha favorito il loro contropiede». L’appuntamento ora è al 10 dicembre, quando l’Olimpico accoglierà l’ultimo atto del girone. «Ricordo i commenti dopo il sorteggio - conclude Garcia - ci davano già per spacciati. Adesso ad una partita dal termine siamo ampiamente in corsa». Non ci sarà un’altra occasione.