01/11/2014 10:04
GASPORT (A. LEARDI) - Oggi si gioca Napoli-Roma, logico che per me e la mia famiglia sia una partita particolare dopo quanto è accaduto a Tor di Quinto in occasione della finale di Coppa Italia. Però, ho un solo desiderio forte: vorrei che tutti i tifosi che oggi andranno al San Paolo uscissero di casa con lo stesso spirito che aveva mio figlio Ciro quando andava a vedere la partita della sua squadra del cuore. Me lo ricordo quando varcava la soglia della porta con la sciarpa al collo, era felice. Per lui il calcio era una festa e quindi spero sia una festa anche la partita tra Napoli e Roma. Non deve essere un giorno triste, non lo sarà per me se i tifosi terranno alta la bandiera della sportività nel nome di Ciro Esposito. Lui vive nel cuore di coloro che amano lo sport. Quello autentico per il quale io continuerò a combattere affinché il sacrificio di mio figlio non sia stato vano. Sono una portatrice di pace, ma non pretendo nulla. Nessuno mi ridarà mio figlio, però mi sarei aspettata e mi aspetto ancora un concreto gesto di amore da parte dei protagonisti di questo sport per riappacificare le tifoserie di Napoli e Roma, non nei confronti di Ciro. Ho parlato con tanti ultrà e resto fiduciosa che il calcio possa cambiare o quanto meno possa tornare ad essere uno spettacolo da guardare tutti insieme. Vorrei napoletani e romanisti mischiati tra il pubblico, ma so che oggi non sarà possibile. Tutti dovremmo fare qualcosa per non vedere mai più bambini che piangono allo stadio, come è accaduto quel tragico 3 maggio. Gli animi debbono calmarsi, il calcio deve regalare solo gioia. La stessa che mi regalerà oggi la visita della mia nipotina che arriva da Brescia. E’ il motivo per il quale non penso che andrò allo stadio. Credo sia un segno che lei venga a Napoli proprio oggi. Era molto legata a Ciro ed è una speranza di felicità per la mia famiglia.