20/12/2014 10:42
GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Tanti e tanti anni fa ha iniziato come attaccante, Marco Amelia. Sarà per questo che dice che la sfida di stasera si deciderà in attacco? «No, lo dico perché sia la Roma sia il Milan hanno attaccanti fortissimi. E penso che sarà una partita che tatticamente concederà pochi spazi, dove le difese dovranno stare attente a non lasciare spazi a gente come Menez e Gervinho». È cresciuto nella Roma, Amelia, ma non ha mai disputato una partita ufficiale in giallorosso. Nel Milan è arrivato a 28 anni, è rimasto per 4 stagioni e ha vinto uno scudetto e una Supercoppa. Considerando che è anche campione d’Italia con la Roma e con la nazionale ha vinto un Mondiale, un Europeo Under 21 e una medaglia di bronzo all’Olimpiade di Atene, ha un palmares di tutto rispetto. A 32 anni ha detto l’addio (definitivo?) al calcio di alto livello, oggi gioca, ma fa anche il presidente e il direttore tecnico, in Promozione. A casa sua, a Rocca Priora. E da lì parla di Roma e Milan. Di stasera e del passato.
Sarà allo stadio? «Mi piacerebbe, ma il sabato lo dedico alla famiglia».
Porti anche i bambini. «Sono piccoli. Il maggiore è romamilanista, ma non capisce ancora niente fortunatamente per me».
E il padre? «Tifo Roma, naturalmente. Anche se sono molto legato al Milan e ad alcuni giocatori e persone del club».
Il primo ricordo della Roma e il primo del Milan. «Del Milan la sensazione provata nell’entrare a Milanello, l’emozione di avere a che fare con un grandissimo club. Della Roma, neanche a dirlo, le feste di RomaParma del 2001».
I più forti con cui ha giocato? «Totti nella Roma e Ibra nel Milan ».
Il più rompiscatole? «Ne dico uno, tanto ha giocato con tutte e due: Cassano. Però in positivo, troppo divertente anche quando si arrabbiava».
Un rimpianto legato alla Roma e uno legato al Milan. «Non aver mai giocato una partita ufficiale con la Roma, ma solo amichevoli. Al Milan rimpiango di non aver potuto continuare la scalata dopo che mi ero conquistato il posto da titolare ».
Da esperto, un giudizio sui due portieri? «Non voglio farlo, sono miei colleghi...».
Allora passiamo agli attaccanti: come vede uno scambio Destro- El Shaarawy? «Farebbero comodo a chiunque, però dipende dagli allenatori. Io comunque fino a giugno non cambierei niente».
Intanto Inzaghi ha regalato una nuova carriera a Menez. «Bastava dargli fiducia. L’ambiente Milan lo ha aiutato ed è maturato molto rispetto ai tempi di Roma, ha più esperienza e si vede».
Come finirà il campionato? «Mi piacerebbe Roma prima e Milan secondo, ma c’è la Juventus, che era e resta la squadra da battere. Di certo, chi vince stasera avrà uno slancio importante per il futuro».