Baldissoni: «Siamo al grottesco, useremo la clava»

17/12/2014 08:20

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Una volta un coro a San Siro (carabinieri e non negri) scambiato per un altro, un’altra un supplemento di referto (a sostituire la prova tv) per la di (arbitro Massa, a Cagliari nella scorsa stagione), stavolta uno steward (non tesserato) a denunciare un’aggressione. E non è finita: Holebas non era stato infilato in nessun referto, il suo gesto non era stato colto dagli ufficiali di gara. Pure qui, vista la tv e l’immagine del dito medio verso i tifosi del , è stato chiesto un altro pezzo di referto. «Stiamo sfiorando il grottesco, ormai la Roma fa giurisprudenza». Il commento di Mauro , giallorosso. È un punto di vista di parte, ovvio, la rappresentazione di una verità, in questo caso di una difesa. Il racconto. «Alla fine del match c’è stata tensione con un fitto lancio di oggetti dalle tribune verso gli ufficiali di gara e i nostri giocatori: per un paio di minuti non siamo potuti rientrare negli spogliatoi per un rischio serio per la incolumità e anche è stato colpito da una bottiglia piena. Si chiedeva agli inservienti di estendere quel camminamento protetto che permette di evitare incidenti per il lancio di oggetti. Gli inservienti del non erano in grado di offrire questa protezione ed è nata la tensione. Nulla più di questo». Ma oltre la di Holebas e , è arrivata anche una multa alla Roma: «È evidente che siamo ben felici di collaborare se la Procura ci chiede i cartellini per procedere a un riconoscimento di un nostro tesserato che ha compiuto un gesto inidoneo, ma nel momento in cui ci viene detto che servono a uno steward del per riconoscere qualcuno che ha strattonato , evidentemente non riteniamo di dover collaborare. Il fatto non esiste. La Roma sta facendo giurisprudenza, non è la prima volta». Il dice apertamente che, da oggi in poi, si può utilizzare qualsiasi non tesserato per far squalificare un tesserato. Per questo motivo la Roma e il tecnico stesso quereleranno lo steward in questione. «Siamo sorpresi non è la prima volta che la giustizia ci stupisce. Siamo un po’ stanchi di fare giurisprudenza. Con la Roma si vuole sempre portare più in là lo spazio di intervento della giustizia sportiva».

SINDROME DI ACCERCHIAMENTO La Roma si sente poco protetta e soprattutto nel mirino dei giudici, e non da quest’anno. «Intorno a noi c'è una sensazione sgradevole che già abbiamo denunciato l'anno scorso. Lo stile che abbiamo scelto è quello di una continua collaborazione, perché siamo convinti che sia la cosa migliore da fare, ma se per difenderci sarà necessaria la clava, saremo in grado di usarla».