09/12/2014 08:59
CORSERA (G. PIACENTINI) - Se fosse un giocatore di basket, sarebbe sicuramente il miglior «sesto uomo» del campionato. La sua capacità di giocare in più ruoli («ma io penso di dare il meglio a centrocampo»), la sua umiltà («non mi sento un campione, però mi piace che gli altri lo dicano perché significa che il lavoro paga»), la disponibilità a dare sempre il massimo fanno di Alessandro Florenzi uno di quei calciatori che ogni tecnico vorrebbe avere. In attesa di un rinnovo contrattuale fino al 2020 che potrebbe essere annunciato entro Natale dal presidente Pallotta (oggi nella Capitale con la famiglia), Florenzi si allena per raccogliere l’eredità di Totti e De Rossi.
Contro il Sassuolo ha vestito per la prima volta la fascia da capitano in una gara che ha frenato la rincorsa alla Juventus, ma non ha minato le sue convinzioni. «Abbiamo buone possibilità - le sue parole a Roma Radio - di vincere lo scudetto e di passare il turno in Champions League. Siamo una grande squadra e lo sappiamo, dobbiamo solo mettere in pra- tica quello che può dare fastidio al Manchester City». Ci sarà ancora una volta l’Olimpico delle grandi occasioni, un sostegno fondamentale per la squadra. «Con il Sassuolo abbiamo ripreso la partita anche grazie al pubblico, che nel secondo tempo ci ha sostenuto. Forse alcune mie dichiarazioni sono state fraintese: ero dispiaciuto per i mugugni che sentivo verso Strootman e De Rossi. Chi mi sta sorprendendo tra i miei compagni? Ljajic sta facendo la differenza: ha compiuto il salto di qualità che serviva e ha preso fiducia. Iturbe è forte e se lo deve mettere in testa mentre Maicon è uno che mette paura agli avversari anche al 50% della condizione». Con il City il ritorno del brasiliano sulla fascia destra potrebbe spedirlo in panchina, a meno che non ci sia bisogno di lui nel tridente: Gervinho ieri non si è allenato per una contusione, da Trigoria fanno sapere che lo stop è precauzionale e che oggi l’ivoriano sarà in gruppo, ma Florenzi è pronto. Così come Radja Nainggolan, protagonista della polemica «social» con Peluso, che dopo il tweet sui presunti favori arbitrali ricevuti dalla Roma, ieri ha spiegato che il suo era un messaggio ironico. Ironia non colta dai tifosi giallorossi, che gli hanno rinfacciato il suo passato juventino e laziale