01/12/2014 08:04
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - La risposta che ci voleva. Perché il gol di Pirlo, all’ultimo respiro nel derby torinese, rischiava di essere una mazzata già prima di scendere in campo. E invece la Roma, la sua Roma ce l’ha fatta. A fine gara l’urlo di Garcia sotto la pioggia davanti alla curva Sud è un’istantanea che potrebbe rimanere impressa a lungo nella mente dei tifosi giallorossi. Il tecnico lo sa come avverte la consapevolezza di aver fatto qualcosa d’importante: «Gioco e cattiveria giusta, sono molto contento. E’ quello che volevo vedere». Impossibile non ritornare al gol di Pirlo e alla delusione che devono aver provato i calciatori, pronti negli spogliatoi a scendere in campo per il riscaldamento. Garcia, però, fa finta di nulla. Anzi, prende la palla al balzo per ribadire un concetto che più volte gli abbiamo sentito dire in passato: «Questo dimostra che non bisogna guardare gli altri risultati ma pensare solamente a noi. Io non ero preoccupato, conosco i ragazzi e so quanto sono uniti, quanto possono far male agli avversari. Contro una grande Inter abbiamo fatto un gioco formidabile. Siamo convinti che possiamo giocarcela con tutti». E’ raggiante, come di rado si è visto ultimamente: «Mi è piaciuto tutto, anche la gioia di chi stava in campo e della panchina. Noi dobbiamo sempre divertirci in campo». Chissà se si riferisce all’esultanza della squadra che al primo gol di Pjanic (3-2) è sembrata schernire Osvaldo. Poco importa. Quello che conta sono i tre punti ma soprattutto il modo nel quale sono arrivati. Sabato alla vigilia gli era stato chiesto della flessione del suo pupillo, Gervinho. E lui, che lo conosce meglio di tutti, non si era scomposto: «Lo vedete in crisi? No, non penso. Non ha un rendimento inferiore alle attese. Lui però non va giudicato solo per i gol ma per le azioni e quasi nel 75% delle reti che facciamo c'è Gervais». Detto, fatto.
GERVAIS SODDISFATTO - L’aria dell’Olimpico fa bene all’ivoriano: dei 17 gol segnati con la maglia della Roma, 14 li ha fatti in casa. In questa stagione lo score è 5-0: «Ho passato un periodo un po’ opaco – racconta l’ex Arsenal - anche perché ho giocato tantissimo. Ora però sto meglio. La Roma ha bisogno di me? Sì come io ho bisogno della squadra. Insieme possiamo andare lontano. Vogliamo competere per lo scudetto».
FURIA RADJA - Tornando a Garcia, la rivalità con la Juventus è di quelle destinate a durare: «Quanto ho ricordato sabato («Juventus davanti? Sappiamo come», ndc), è vero. Solamente Chelsea, Real Madrid e Bayern hanno fatto meglio. Io mi baso sui fatti e sui numeri. La nostra strada è eccezionale, abbiamo quasi gli stessi punti dello scorso anno. Dobbiamo avere fiducia. Sono un grande comunicatore come Mourinho? Lui è Mourinho, io sono solamente Rudi Garcia». Inutile chiedergli del City: «C’è tempo, giocheremo tra dieci giorni. Prima c’è il Sassuolo». Dello stesso avviso uno dei migliori in campo, Nainggolan: «Dovevamo rispondere alla Juventus che aveva vinto all’ultimo secondo il derby. Ce l’abbiamo fatta: le motivazioni ci sono, rimaniamo attaccati ai bianconeri e non molliamo. Eravamo arrabbiati dopo il Cska e contro l’Inter lo abbiamo dimostrato. Il City? Arriva tra due settimane, la Champions può attendere. Prima c’è il Sassuolo che viene da una serie positiva ma se giochiamo come con i nerazzurri non abbiamo paura di nessuno». Difficile dargli torto. Anche perché i numeri in casa non ammettono repliche. Sette gare all’Olimpico e altrettante vittorie: 18 gol fatti e 2 subiti. E poco importa se per la prima volta in stagione Ranocchia prima e Osvaldo poi, hanno violato la porta di De Sanctis. C’è da scommettere che Garcia firmerebbe perché finisse sempre così. Anche in Champions.