18/12/2014 08:23
GASPORT (F. DELLA VALLE) Una battuta. Voluta o meno. Che però non è passata inosservata: perché si tratta di Juve e Roma, di Massimiliano Allegri e Rudi Garcia, di una rivalità che anche quest’anno profuma di scudetto, di due allenatori con una personalità forte e pronunciata, di due uomini che hanno il gusto, appunto, della battuta. Così da una domanda in conferenza stampa fatta all’allenatore della Juve – che ieri ne aveva un po’ per tutti: giudice sportivo, regolamenti e Figc – è venuto fuori un siparietto, più ironico che sarcastico. «Condivide il modo di comunicare di Garcia?». Risposta: «Chi è?». Un istante di silenzio. «Garcia, l’allenatore della Roma». «Eh, non lo so. Io faccio già fatica a trovare il modo di comunicare per me stesso, figuriamoci se posso dire se è giusto o sbagliato quello degli altri ». In serata il tecnico bianconero ci ha tenuto a chiarire tramite l’ufficio stampa che non c’era alcuna malizia nella sua risposta, semplicemente non aveva sentito bene la domanda. Involontaria o no, è stata una risposta divertente, che inevitabilmente ha ricordato il «Fassina chi?» pronunciato da Matteo Renzi e causa delle dimissioni del sottosegretario all’Economia. Ad altri è tornato alla mente Mourinho, che quando allenava l’Inter replicò così a chi gli chiedeva se avesse qualcosa da rispondere a Pietro Lo Monaco, allora a.d. del Catania: «Monaco chi? Io conosco solo Monaco del Tibet, Gran Premio di Monaco, Bayern Monaco...». Dal sarcasmo portoghese all’ironia, molto più soft, del livornese.
CONTRO LA SQUALIFICA Inequivocabili invece le parole di Allegri sulla sua squalifica – poi trasformata in una multa di 10 mila euro con diffida – per ingiurie all’arbitro dopo il fischio finale di Juve-Samp: «Sono rimasto sorpreso per la squalifica, addirittura quando mi è arrivato il messaggio pensavo a uno scherzo... Credo ci sia una bella differenza tra un insulto e un’imprecazione. Penso che il mio comportamento verso la squadra arbitrale sia stato sempre abbastanza corretto. Poi, non sono un santo, anch’io posso avere un momento di stizza, se mi è consentito. Ho detto solo un’imprecazione mentre uscivo dal campo, basta vederlo. Per quanto riguarda ciò che è successo ad altre persone, non posso e non devo rispondere». L’ultimo riferimento è alla squalifica per due turni di Garcia. Allegri sa già che potrà sedersi in panchina nella «sua» Cagliari, perché il ricorso presentato dalla Juve è stato parzialmente accolto (nonostante né lui né il club fossero particolarmente ottimisti in mattinata). Il tecnico della Roma invece dovrà attendere domani per conoscere il suo destino.
CONTRO LE REGOLE Allegri se la prende anche con il regolamento, che potrebbe costringerlo a dover rinunciare a giocatori importanti in Supercoppa. «Noi andremo a Cagliari con quattro diffidati e in caso di ammonizione non potranno scendere in campo a Doha. Se prenderanno il cartellino in Supercoppa, invece, salteranno la partita con l’Inter. Non credo che questo sia regolare: la Supercoppa è una finale, una gara secca che si dovrebbe giocare ad agosto. Questo regolamento è penalizzante sia per noi che per il Napoli». Lichtsteiner, Ogbonna, Marchisio e Pogba: soprattutto a centrocampo, le scelte di Allegri per Cagliari potrebbero essere condizionate. Il tecnico oggi potrebbe far riposare Pogba per non correre rischi. «A Cagliari scenderà in campo la formazione migliore, poi vedremo se qualcuno avrà preso l’ammonizione e in base a quello deciderò».
CONTRO LA FEDERAZIONE Dulcis in fundo, il discorso scivola inevitabilmente sullo stage della Nazionale, che Antonio Conte vorrebbe fare dal 9 all’11 febbraio; periodo caldo per la Juve, che in quei giorni dovrà preparare l’andata degli ottavi di Champions con il Borussia. Allegri non dice no in maniera esplicita, ma si capisce bene che la sua linea è quella: «Ci sono delle date Fifa che vanno rispettate, anche perché i giocatori non sono miei, sono della Juve. Questo è un confronto che doveva essere fatto tra la Figc e le società, poi io sono molto contento quando i giocatori vanno in Nazionale, anche perché l’Italia è un bene di tutti ». Max quindi passa la palla alla Juventus, che ha già espresso la sua posizione: abbiamo troppi impegni, no a qualsiasi data. Chiusura su Conte: «Se è permaloso non lo so, non ho rapporti così intimi per poterlo dire. Quello tra tecnici e c.t. è stato un confronto normale, uno scambio di idee. La soluzione deve prevedere una collaborazione tra il c.t. della Nazionale e gli allenatori di club. Quindi non è che bisognasse spaccare l’atomo: si doveva solo parlare di cose molto semplici e chiare ». Come le frasi pronunciate ieri da Allegri.