04/12/2014 11:36
IL TEMPO (A. AUSTINI) - «Il derby di Coppa Italia perso mi ha fatto cambiare la maniera di impostare la squadra». Fino a quel 26 maggio maledetto per la Roma, il progetto di Sabatini era chiaro: tanti giovani da affiancare agli «eroi» irrinunciabili Totti e De Rossi. Dall’avvento di Garcia il piano è cambiato. Sono arrivati i vari De Sanctis, Maicon, Cole e Keita e la media età della squadra si è alzata, di pari passo con il rendimento.
La Roma «esperta» rende decisamente di più, quella degli Under 20 è quasi sparita dal campo, ma non del tutto dalle strategie societarie. Anzi. Lo dimostra l’ultimo acquisto in prospettiva confezionato dal diesse ancor prima di pensare ai rinforzi per la difesa di Garcia: bloccato Ezequiel Ponce, arriverà dal Newell’s Old Boys la prossima estate quando avrà compiuto 18 anni. Costo dell’operazione 7 milioni per il 70% del cartellino. Non un affare minore, insomma. Insieme a lui è atteso un altro classe ’97 su cui tutti a Trigoria sono pronti a scommettere: il trequartista australiano Danny De Silva, prenotato dalla Roma in cambio di 2 milioni e mezzo di dollari australiani, circa 2 al cambio. Non finisce certo qui: in questi giorni è in prova con la Primavera il centrocampista norvegese del ’98 Kristoffer Ajer, il suo connazionale più celebre Martin Odegaard resta nel mirino. E nella nuova Academy all’Acqua Acetosa si allena l’enfant prodige Pietro Tomaselli, 9 anni e numeri da futura star.
Sabatini continua a sentirsi innanzitutto uno scopritore di talenti. Quando ne individua uno in mezzo alla decina di partite che si «sciroppa» ogni giorno, si innamora. E se fiuta l’affare, lo vuole portare a Roma a prescindere dall’utilità nell’immediato. Primo perché non accetta di vedere un campioncino da lui scoperto con una maglia diversa. Secondo perché una società che ha scelto di crescere attraverso una sorta di auto-finanziamento di lusso deve garantirsi delle plusvalenze sicure se vuole aumentare la sua forza nel mercato. Sabatini c’è già riuscito in più occasioni: da Lamela, pagato 20 milioni e rivenduto a 35, a Marquinhos fruttato addirittura 23 milioni in più del prezzo d’acquisto, fino a Dodò sbarcato a parametro zero e piazzato all’Inter in cambio di 9 milioni, e Nico Lopez per cui era stato speso appena a 1 milione mentre all’Udinese ne sono serviti circa 4 prima di girarlo al Verona in prestito. Il prossimo «botto» garantito è Jedvaj: preso per 5 milioni di euro, il Bayer Leverkusen ora è disposto a investirne più del doppio per tenerselo.
Non tutte le ciambelle riescono col buco. Alcuni sembrano essersi persi (vedi Nego, Golubovic, Tibolla e Berisha), altri preparano le valigie. Uçan è costato moltissimo - prestito di 4.75 milioni e riscatto fissato a 11 - ed è arrivato a Roma convinto di poter diventare subito protagonista. Invece Garcia gli ha concesso una manciata di minuti col Chievo e domenica lo ha mandato in Primavera dove si è fatto male per la terza volta. Con lui c’era Sanabria, che gioca in Nazionale A del Paraguay e a Trigoria si ritrova tra i ragazzini. Andranno entrambi via a gennaio in prestito, Paredes non può e punta farsi riscattare a giugno.
Garcia, al momento, non li «vede», Sabatini ci soffre un po’ ma si guarda bene dall’intromettersi. Se non giocheranno nella Roma, pazienza: è sicuro di rivenderli a peso d’oro. La pensava allo stesso modo su Rabiot prima che rinnovasse col Psg. Ora lo ha preso Baldini. E va bene così.