21/12/2014 09:21
CORSERA (L. VALDISERRI) - Dalle squalifiche annullate al rigore (netto) per fallo di mano di De Jong non fischiato da Rizzoli, per nulla aiutato dall’addizionale d’area Massa. Per chi si accontenta dei veleni basta e avanza per un Natale di polemiche e complotti, con la Roma che scivola a meno tre dalla Juventus. Allegri aveva chiesto un regalo al Milan, ma i tifosi romanisti hanno già modificato il ritornello: il regalo è stato dell’arbitro. Detto che il rigore c’era, per chi non si accontenta di ridurre sempre tutto alla polemica, Roma-Milan merita di essere sviscerata un po’ più a fondo, in tre punti. Primo: è stata la peggior Roma del campionato, esclusa la trasferta di Napoli e Garcia, questa volta, ha proprio sbagliato formazione. Capita anche a quelli bravi. Senza Pjanic, squalificato, ha mandato Ljajic in panchina e fatto giocare Florenzi, che a Roma chiamano «l’equilibratore». In realtà la Roma è stata così equilibrata da creare pochissimo. L’Olimpico, il fortino dentro il quale ha costruito le sue fortune, ultimamente si è inaridito: pareggio in rimonta con il Sassuolo, da 0-2 a 2-2 in dieci contro undici; sconfitta con il Manchester City ed eliminazione dalla Champions; 0-0 contro il Milan ieri, un risultato che non usciva in casa dal 1 marzo 2014, contro l’Inter di Mazzarri. Secondo: il Milan di Inzaghi non è ancora una grande squadra, ma nel secondo tempo ha fatto più della Roma, che non era ritenuta favorita solo dall’ottimismo forzato di Berlusconi. E negli ultimi 25’, con l’uomo in meno per l’espulsione di Armero, ha tremato davvero solo al 92’, quando Gervinho è stato fermato da Diego Lopez con una miracolosa parata di piede. Ménez non ha trovato l’acuto, ma ha fatto ammonire mezza Roma e ha tenuto palla anche quando era solo, o quasi. Con qualche acquisto giusto c’è lo spazio per crescere. Dopo la vittoria contro il Napoli, altro pieno di autostima. Terzo: la figura dell’addizionale di porta è una delle più grandi sciagure e ha nettamente peggiorato la qualità degli arbitraggi. Il motivo è facile: crea l’alibi su qualsiasi decisione. Rizzoli, che ha arbitrato comunque male, è meno colpevole di Massa, che era in posizione migliore? Forse. Ma così si toglie, fin da principio, autorevolezza all’arbitro. Il pareggio è un risultato giusto, perché la Roma ha avuto più occasioni, ma due soltanto clamorose, con Gervinho. Quella già descritta nel finale e quella del 29’ p.t., quando l’ivoriano semina Bonera, entra in area e tira a colpo (quasi) sicuro: Diego Lopez salva di piede. Due minuti dopo, su corner, l’episodio del rigore non visto. È vero che si può vincere anche giocando male e avendo dall’arbitro quello che si deve avere, ma la Roma ha fatto troppo poco, soprattutto nella ripresa. L’altro problema di Garcia è nato probabilmente ancor prima del fischio d’inizio quando, nel riscaldamento, Maicon ha sentito dolore. È andato in campo lo stesso, ma nel frattempo di erano scaldati Ljajic e Torosidis, a testimonianza che il problema c’era. La gara del brasiliano, dominatore a Genova, lo ha poi confermato. Poco attivo in avanti, assente in fase di copertura, chiamando Manolas a un lavoro doppio. Peccato che Torosidis, entrato in campo tardi al posto del brasiliano, sia quasi riuscito a farlo rimpiangere, tra cross sbagliati e un tiro sbilenco sull’unica incertezza di Diego Lopez. Peccato chiudere male un 2014 giocato bene