22/12/2014 09:03
LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Gli aerei partiti per destinazioni esotiche si portano via il 2014 della Roma. Un anno passato a inseguire la Juventus senza mai riuscire a superarla e chiuso incrementando il distacco dalla vetta. Più contenuto di un anno fa, ma non quanto avrebbero sperato ad agosto James Pallotta e Rudi Garcia. L’obiettivo sorpasso è il primo buon proposito per l’anno che verrà, ma specchiandosi la Roma si scopre invecchiata rispetto a quell’esercito gioioso e irriverente capace la stagione scorsa di riscattare l’onta della coppa persa contro la Lazio con una cavalcata da 85 punti. La partenza di Benatia, il male di Castan, forse l’obbligo — strillato dal proprio allenatore — di vincere subito sembrano essersi portati via quell’allegria sfrontata. Nervosa, arrabbiata, a volte persino triste: è il ritratto della squadra giallorossa, prigioniera della metamorfosi caratteriale di Garcia. Un anno fa evocava la geniale sintesi del grande Boskov con invenzioni dialettiche come la Chiesa al centro del villaggio. Oggi ringhia come il peggior Mourinho giurando che «più ci daranno fastidio più lotteremo». E la squadra sembra subirne i mutevoli sbalzi d’umore, involvendo dal punto di vista nervoso, frenando sul piano fisico, tarlo che agita anche lo spogliatoio.
Chi poteva credere che dopo 16 giornate Garcia avrebbe avuto 2 punti meno di un anno fa? Colpa dei gol presi, 4 in più. Ma anche di quelli che non arrivano: 3 reti realizzate in meno, non certo l’evoluzione positiva che prometteva la campagna acquisti. Soprattutto dopo l’ingaggio, per una trentina di milioni, di Iturbe: uomo della provvidenza a agosto, da un mese sfiorisce in panchina dove ha iniziato 5 delle ultime 6 partite per un saldo di 103 minuti in campo. Solo 20 in più per Destro, che però ha trascorso comodamente seduto accanto a preparatori e vice allenatori gli appuntamenti con Cska, Inter e Genoa. La rosa larghissima si è ristretta con le basse temperature: davanti gioca Totti anche quando non dovrebbe, dietro Maicon anche quando non potrebbe. Da oggi il ds Sabatini inizierà a «rastrellare risorse»: stasera a Milano incontrerà Preziosi con l’idea di portare a Roma Perotti per non dover mettere fretta a Gervinho in coppa d’Africa. Servono difensori come il romeno Chiriches e il 20enne Baba, dell’Augsburg, in partenza invece i malinconici baby Uçan e Sanabria, anche Cole e Emanuelson se troveranno estimatori. Basterà a restituire alla Roma un briciolo d’allegria?