04/12/2014 08:52
GASPORT (F. ODDI) - Quando partiva il treno giusto, Luca Antei non c’era mai, ma siccome è uno bravo, più di sfortuna e infortuni, in serie A ci è arrivato lo stesso. E sabato sarà all’Olimpico, da avversario: non è la prima volta, visto che un anno fa, faceva parte della muraglia che Di Francesco innalzò davanti a Pegolo, facendo in modo che la squadra che guidava la classifica, e che in casa le aveva vinte tutte, contro un Sassuolo che sembrava avere un destino segnato, arrivasse al 94’ con un solo gol di vantaggio, poi annullato dalla prodezza di Berardi. Quest’anno è fermo a 6 presenze: Di Francesco, dopo che lo scorso anno gli fecero lo scherzetto di mandarlo via per prendere Malesani – richiamandolo di corsa dopo 5 partite e zero punti – lo sta facendo giocare di meno, preferendo affidarsi alla coppia AcerbiCannavaro, 27 e 31 anni.
C’È STIMA - «Luca è un ottimo giocatore, ultimamente sta giocando poco ma io e la società crediamo molto in lui – spiega il tecnico – e può ancora migliorare molto». La Roma lo ha ceduto in prestito due anni fa, e i primi mesi sono stati duri, con Di Francesco che lo teneva sempre fuori, e quando lo mandava in tribuna, gli chiedeva anche l’analisi tattica della partita. E il ragazzo eseguiva senza discutere, e senza sentirsi preso in giro: da febbraio a maggio appena 2 presenze. Poi il club riscattò metà cartellino, investendo mezzo milione di euro, e le 2 presenze in B divennero 22 in serie A, trovandosi a marcare Higuain, Balotelli e Tevez. In estate la comproprietà è stata rinnovata, le panchine stanno tenendo basso il prezzo, il Sassuolo proverà a farselo lasciare a titolo definitivo a giugno, per cominciare a puntarci sul serio. I rapporti tra Roma e Sassuolo sono ottimi, come dimostra l’affare Sanabria, e il recente interessamento per Uçan, ma i giallorossi ne dovranno valutare di giocatori: Bertolacci difficilmente tornerà, Romagnoli sicuramente sì, il 22enne Antei per ora sta in mezzo.
CON CALMA - Del resto Antei non è mai stato considerato un primo della classe, nello specifico la ’92: quando la Roma andò a prendere Sini e Frascatore dal Tor di Quinto, suoi compagni di squadra, lo lasciò lì, ricordandosene solamente tre anni dopo. Arrivò a 17 anni, come centrocampista, Alberto De Rossi lo arretrò in difesa e fu la sua fortuna: due anni e uno scudetto dopo era pronto per fare il quarto centrale con Luis Enrique, o per la B, fu scelta la seconda ipotesi. Giocò un anno titolare col Grosseto e buttò 6 mesi per la rottura del crociato all’ultimo minuto dell’ultima partita. È tornato, e si è preso anche l’Under 21, con Di Biagio che lo preferiva a Rugani e Romagnoli: ha 11 presenze, e un Europeo da giocare, a giugno, che potrebbe rilanciare le sue quotazioni proprio mentre si risolveranno le comproprietà.