09/12/2014 08:00
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Il lavoro in campo, prima di scegliere. Garcia prepara lo spareggio per gli ottavi di Champions. E, per ritrovare la sua Roma nel match delicato e complicato contro il City, più che la formazione base (tra l’altro sempre diversa fin qui), deve cercare l’equilibrio tattico, spesso perso nelle 19 gare di questa stagione. E’ successo a Mosca, contro il Cska, lo scorso 25 novembre, con l’atteggiamento rinunciatario nella ripresa che ha invitato all’assalto gli avversari, lo ha smarrito anche sabato scorso nella prima parte della gara con il Sassuolo. L’assetto, ultimamente, ha mostrato di essere fragile e slegato. I reparti non lavorano in sintonia, troppi interpreti vanno per conto loro, anarchici o disattenti. La difesa è il settore che più risente dell’involuzione. Basta leggere le cifre che confermano il malessere della linea arretrata: 6 gol presi nelle ultime 4 gare (e 4 nelle 2 casalinghe), 11 reti subite in 14 gare di campionato (un anno fa erano solo 3) e addirittura 12 nei 5 incontri di coppa (pesano, ovviamente, i 7 nel primo confronto con il Bayern). Non è insomma, la stessa solidità mostrata nella scorsa stagione. Anche perché non è certo sbilanciata in avanti: l’attacco si comporta come nell’ultimo torneo, solo 1 gol segnato in più (27 contro 26).
PORTE APERTE La Roma prende gol da 13 gare di Champions. L’ultima volta che i giallorossi non subirono reti proprio davanti a un’inglese e all’Olimpico: 1 a 0 contro l’Arsenal, l’11 marzo 2009, per poi uscire dal torneo ai calci di rigore. Il dato, sommato ai risultati utili per andare avanti restando secondi nel gruppo E, può incidere sulle scelte definitive di Garcia. Se con un pari nella gara di Monaco, ai giallorossi può bastare un punto per qualificarsi senza guardare i gol presi e fatti, con la possibile sconfitta del Cska contro il Bayern, la Roma può pareggiare solo 0 a 0. Con Pellegrini e Garcia in panchina, tra questa e la scorsa stagione, i giallorossi e il City, in 141 partite, è accaduto solo 6 volte. Nelle sue 80 partite il Mancherster solo nelle 2 trasferte contro lo Stoke City e il Norwich ha conquistato un punto senza far gol. Nelle sue 61 la Roma solo in 4 gare, in questa stagione a Genova contro la Sampdoria e nelle 3 del campionato scorso contro il Cagliari, la Lazio e l’Inter, sempre all’Olimpico.
FISICITA’ E PALLEGGIO Rientreranno i titolari esclusi contro il Sassuolo: spazio, dunque, a Maicon, Keita, Nainggolan, Gervinho e Totti, con interventi in ogni reparto. Ma la valutazione più attenta sarà fatta sugli interpreti da schierare a centrocampo. Garcia, contro il 4-2-3-1, non ha mai abbandonato il 4-3-3. Pure in 3 gare di Champions ha scelto il suo sistema di gioco preferito proprio a Manchester (una delle migliori esibizioni stagionali) e nelle due sfide contro il Cska. Di sicuro avrà bisogno della corsa e dell’aggressività di Nainggolan e della regia e dell’esperienza di Keita. A loro due non può proprio rinunciare, a prescindere da quello che sarà l’atteggiamento da privilegiare nelle fasi del match.
SCHERMO TOTALE Il terzo uomo uscirà dal ballottaggio tra De Rossi e Pjanic. Il primo diventerebbe lo stopper aggiunto tra i due centrali difensivi. Farebbe da scudo al reparto in difficoltà e, come sempre, reciterebbe da playmaker. L’altro entrerebbe per il tiqui taça e permetterebbe a Keita di essere regista. In questo caso la Roma sceglierebbe il pressing rispetto all’attesa. Rivisitando, però, il tridente, con Ljajic in bilico, cioè l’attaccante più in forma, per non perdere l’equilibrio che, soprattutto nella scorsa stagione, è stato il segreto dei giallorossi. Anche se il 30 novembre, con Pjanic titolare e senza De Rossi, la Roma ha superato l’Inter, con una prestazione abbastanza convincente. Davanti i tre erano proprio Gervinho, Totti e Ljajic. Dietro Astori e non Yanga Mbiwa