07/12/2014 09:51
IL TEMPO (G. GIUBILO) - Storia di un suicidio annunciato. Anche se, alla resa dei conti, riuscito soltanto a metà. Non appartiene alla logica rinunciare, contro la squadra più in forma del campionato, il Sassuolo reduce da otto partite utili consecutive, a sei titolari. Come se non contasse il punto perso dalla Juve, come se la Champions fosse il solo traguardo stagionale da perseguire. Ma l'autolesionismo di Garcia ha avuto purtroppo un seguito immediato in campo, con il regalo di De Sanctis a Zaza, poco dopo lanciato al raddoppio da un'errata disposizione difensiva. Quando poi è uscito De Rossi per doppio giallo, è parso che sulla partita fosse calato il sipario, anche perché gli ospiti erano vivi e attenti in difesa.
Un rigore generoso ha riaperto i cuori alla speranza: e Lijajc, che lo aveva trasformato, ha infine trovato la zampata del pareggio. E così la Roma ha restituito a Di Francesco la beffa che aveva sofferto lo scorso anno, ma in ben diverse condizioni. Scelte azzardate, si è detto, mandare in campo Strootman al trenta per cento non è l'idea più felice, così come quella di lasciare fuori Totti, Gervinho, Nainggolan e Keita, tutti in una volta pensando alla sfida di mercoledì prossimo. Occasione persa per tornare a un punto dalla vetta, ma i rimpianti in questo caso saranno tutti del Sassuolo, che aveva la partita in mano e può recriminare sulle decisioni di Irrati, rigore e sospetto fuorigioco sul pareggio. Auspicabile, almeno, che mercoledì la Roma ritrovi la sua ispirazione migliore perché il Manchester City, anche senza Aguero, fa paura.