Tra presenze e punizioni il 2014 record di Pjanic

30/12/2014 09:38

GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Se glielo avessero detto un anno fa, lo avrebbe sperato ma non ci avrebbe creduto fino in fondo. A Natale del 2013 discuteva il rinnovo di contratto con la società (e fu Pallotta a rassicurarlo, proprio alla festa natalizia) ma non aveva ancora ben chiaro il suo futuro. Perché i grandi club lo cercavano e l’accordo economico con la Roma era ancora lontano. Il rinnovo poi è arrivato e si è ritrovato da centrocampista con la valigia a centrocampista indiscusso e indiscutibile della Roma.

LA CERTEZZA È un punto fermo del centrocampo, , e non solo per le sue prestazioni. Chi per un motivo chi per l’altro, gli altri compagni di reparto vivono una situazione più precaria: la vive , che ha giocato 16 partite su 16 ma si trova al centro del mercato perché, grazie alle sue prestazioni da incorniciare, il riscatto della seconda metà è diventato più complicato del previsto. La vive Daniele , che ha chiuso l’anno con un posto da titolare non più certo come in passato. La vive , che sta per partire per la Coppa d’Africa, anche se rispetto a Gervinho potrebbe tornare prima perché il suo Mali non è tra le favorite. E la vive , che non vede l’ora di mettersi alle spalle un 2014 da incubo. Proprio l’olandese nelle intenzioni di e dei compagni dovrà essere l’uomo in più della seconda metà del campionato, ancora accanto a .

CONTINUO Il quale, dopo le vacanze in famiglia, è pronto ad occupare di nuovo il suo posto a centrocampo: le ferie per lui sono state più lunghe rispetto agli altri, avendo saltato l’ultima partita del 2014 per , ed è stato anche un bene, visto che raramente in passato prima della sosta aveva giocato così tanto: lo scorso anno 15 presenze, come in questa stagione, e il primo stop (ironia della sorte) proprio per contro il Milan. La stagione precedente, con Zeman, aveva saltato 5 partite, con Luis Enrique 3, nell’ultimo anno in Ligue 1 era andato in panchina senza entrare un paio di volte. La continuità con cui ha giocato quest’anno è segno di una maturità mai avuta prima, nelle prestazioni e nel fisico, visto che mai come ora si allena senza problemi.

IL MODULO La sua importanza e la sua duttilità poi ne fanno un giocatore chiave per che, proprio in base alle sue caratteristiche, spesso cambia modulo. Dall’inizio o a partita in corso, quando la Roma si schiera col lui diventa il trequartista alle spalle della punta e si trova a giocare nel ruolo in cui è cresciuto e che più ama. L’interno di centrocampo lo fa più per necessità, mettersi dietro la punta è la cosa che gli permette di esprimere meglio le sue qualità. «Ma io — ha detto qualche tempo fa — mi metto sempre a disposizione perché sono convinto che giocare qualche metro più avanti o più indietro non faccia poi tanta differenza».

RE DEI PASSAGGI La differenza la fanno, invece, i calci piazzati. Il «boss», come lui stesso ha definito , gli dà volentieri l’occasione di calciare le punizioni e è diventato il calciatore con la percentuale più alta di realizzazioni negli ultimi 3 anni: 13% contro il 12% di Pirlo. Una statistica che a ha fatto piacere scoprire, lui che tutti giorni dedica almeno una ventina di minuti ai tiri da lontano. Per quelli da vicino non ne ha bisogno: con 1.012 è il primo giocatore della Serie A per passaggi riusciti. Il secondo è Marchisio con 938, 74 in meno del bosniaco.