09/01/2015 08:38
IL TEMPO (A. SERAFINI) - C'è sempre una prima volta e quella del derby di Roma, per chi ne ha avuto l'opportunità, pare non si dimentichi mai. Per questo all'antivigilia della stracittadina, in casa giallorossa una lunga serie di possibili debuttanti ha già cominciato a respirare l'atmosfera che precede il fischio d'inizio. Qualcuno come Radja Nainggolan, è riuscito finora soltanto a sfiorarla, vivendo l'unica esperienza dalla panchina lo scorso 9 febbraio, quando il neo acquisto del mercato romanista di gennaio cominciava a prendere confidenza con la sua nuova avventura. Adesso, a circa un anno di distanza, il centrocampista belga si appresta ad affrontare il suo primo derby con la responsabilità ulteriore di trascinare la squadra come dimostrato in questa prima metà di campionato. Una crescita esponenziale che ha convinto Rudi Garcia nel tenerlo a riposo precauzionale nell'ultima trasferta di Udine evitando ogni tipo di problema legato a incombenti diffide e infortuni del caso. Nonostante il silenzio e la concentrazione che con il passare dei giorni aumenta all'interno di Trigoria, Nainggolan è pronto all'esordio senza accusare particolari ansie, con lo stesso carattere che lo fa arrabbiare quando viene tenuto in panchina nelle scelte di turn over.
Le vorrebbe giocare tutte, un po' come Manolas, un altro che quando gli nominano il derby non si smuove di una virgola. D'altronde di accesi confronti cittadini, il difensore greco ne ha già affrontati parecchi ad Atene con la maglia dell'Olympiacos proprio accanto ad Holebas, che ieri ha lanciato il suo messaggio di sfida attraverso facebook: «Mancano tre giorni al derby, non vedo l'ora di respirare l'atmosfera. Vogliamo la nostra 50/a vittoria in serie A con la Lazio». Da quello che trapela infatti, il discorso finora regge anche per loro: Torosidis gli ha spiegato negli ultimi giorni quanto sia sentita questa partita in città e quanto sia stata dura inoltre affrontare gli strascichi nel post di quel 26 maggio. Confronti e paragoni comunque potranno essere fatti soltanto dopo aver bagnato l'esordio in un Olimpico che si muove verso le 50.000 presenze sugli spalti, chissà se in grado di reggere il paragone con i derby più accesi della Grecia.
Se Nainggolan, Holebas e Manolas partono con la sicurezza di una maglia da titolare, altri due debuttanti si giocano un posto per completare il resto della difesa. Rudi Garcia ancora non ha sciolto i dubbi tra Yanga-Mbiwa e Astori, l'uomo che prima di tutti aveva contribuito ad accendere le prime scintille da derby già nella scorsa estate. Ormai ad un passo dalla Lazio nei primi scossoni dell'ultima finestra di mercato, il difensore ha virato rotta di fronte alla più conveniente e affascinante destinazione romanista, fatto che non è ancora stato digerito dagli stessi dirigenti biancocelesti. Tra gli insulti dei tifosi laziali e l'ilarità dei cugini romanisti, l'uomo vittoria di Udine parte comunque favorito nella scelta dell'undici iniziale.
Difficilmente ci sarà spazio per Cole ed Emanuelson (a cui non manca l'esperienza), mentre si candida eccome il più giovane tra gli attaccanti a disposizione di Garcia. Senza Gervinho e con Ljajic non al meglio per una contusione al ginocchio, il tecnico francese potrebbe aprire le porte della stracittadina a Manuel Iturbe, l'acquisto più caro della Serie A nell'ultimo mercato, ma soprattutto il ragazzo che nella passata stagione è già andato a segno contro la Lazio. Sia all'andata che al ritorno. Non indosserà più la maglia del Verona e l'atmosfera dell'Olimpico sarà sicuramente diversa, però I'argentino spinge a fondo in allenamento per esserci, alla ricerca di una continuità persa finora tra infortuni e un rendimento sottotono. Ma il derby fa storia a sé, soprattutto la prima volta.