22/01/2015 09:47
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Tra chi ha un senso della giustizia più forte dei risultati della Roma e chi proprio non ci sta a sentirsi etichettare come “ladro”, il giorno dopo la gara con l’Empoli in città non si parla d’altro che di quel rigorevittoria concesso dall’arbitro Di Bello. O meglio, si critica il momento di scarsa brillantezza del gioco giallorosso, e ci si divide su come vivere la vittoria sui toscani grazie a un penalty che si può definire generoso. «Noi non siamo come la Juve, vogliamo vincere correttamente, senza i favori di nessuno» una delle voci del partito dei puristi, a cui si contrappongono quanti ritengono che tutto sommato la Roma non abbia rubato nulla e che nel calcio italiano gli episodi scandalosi siano altri. «Ma di cosa ci dovremmo vergognare? Non basterebbero sessant’anni di favore per pareggiare tutto quello che abbiamo subito» la tesi, contro la quale c’è chi addirittura arrischia: «De Rossi avrebbe dovuto sbagliare il tiro, non voglio vincere così».