04/02/2015 08:56
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - La Roma non c’è più. Se ne sono accorti i tifosi che ancora una volta l’hanno sostenuta sino al 90’ per poi lasciarsi andare ad una mini-contestazione al fischio finale, se n’era accorta la critica (tacciata invece di «pessimismo ») e probabilmente lo sapevano anche i calciatori. Ieri sera lo sguardo smarrito e amareggiato di Totti in panchina, diceva molto. Forse tutto. L’unico che continua ad andare dritto per la sua strada è Garcia. Sventolando luoghi comuni come accaduto nel pre-gara («Porterò la mia Roma al centro del mondo») e/o aggrappandosi alle assenze e alla sfortuna nel post: «Ho visto una squadra lottare, ma con i mezzi del momento. Quando non ci sono Gervinho e Iturbe ci manca la profondità. Ibarbo è appena arrivato e non giocava da un mese e mezzo. Dobbiamo spingere per far cambiare la ruota della fortuna. Anche contro la Fiorentina abbiamo dimostrato una buona organizzazione, disputando un buon primo tempo. Poi al primo tiro abbiamo preso gol. Sono convinto che tornerà il bel tempo».
ALIBI PERICOLOSI Il 2 gennaio, in un raro lancio di sincerità, il tecnico spiegò che «ogni allenatore è un attore: deve essere in un modo con i giocatori, in un altro di fronte alla stampa». Però ci sono momenti, e ieri era uno di quelli, dove parlare chiaro servirebbe. Magari ammettendo qualche errore (come ha già fatto il ds Sabatini, atteso oggi in sala stampa). E invece Garcia continua a percorrere una via che si fa ogni giorno più in salita e scivolosa. Appellarsi agli assenti, ad esempio, non farà piacere ai presenti, anche se poi in sala stampa precisa «che hanno dato tutto». Suona stonato inoltre che ogni volta che gli viene chiesto qualcosa che va a toccare la sfera delle sue scelte, si chiuda a riccio, negando l’innegabile. Che la Roma giochi sotto ritmo e sia priva del cambio di passo, se ne sono accorti oramai tutti. Lui invece fa finta di nulla: «Una squadra stanca non può pareggiare nella ripresa, come accaduto nelle ultime gare. Mi sembra semplice buon senso», la replica stizzita. E quando gli viene rimarcato che la Roma sta diventando sempre più prevedibile in avanti e perforabile dietro, il tecnico si limita a elencare gli effetti e non le cause: «Fino alla vittoria di Udine andava tutto bene, poi sono arrivati troppi pareggi. Un gruppo, una rosa e un club fanno vedere la loro qualità nei momenti difficili. Se mi rimprovero qualcosa? Non mi aspettavo i tanti problemi, sapevo solo della Coppa d’Africa. Sappiamo che è un momento di difficoltà, mi aspettavo con la voglia dei giocatori messa in campo un pizzico di fortuna in più». L’unico moto d’orgoglio lo ha quando deve rivendicare il suo lavoro: «Se questo è il momento più difficile? No, non lo è. Lo è stato quando sono arrivato. E’ un periodo che va così. Quando torneranno tutti vedremo un’altra Roma». La speranza è che non sia troppo tardi.
LISTA UEFA E così mentre Nainggolan dichiara di «credere ancora allo scudetto», che serve «solo una vittoria per riprendere il cammino» e che in questo periodo «manca l’esplosività di Gervinho», il pensiero va anche all’Europa League. Consegnata (ma non diramata dal club) la lista Uefa, sono tre le novità: escono Strootman, Destro e Borriello. Al loro posto Spolli, Doumbia e Ibarbo.