09/02/2015 08:54
GASPORT (F. BIANCHI) - Contrordine campionato. La Roma entra nell’era Verde, si rianima e manda un messaggio al Napoli: il secondo posto non si tocca. Un po’ d’audacia, un pizzico di fortuna, polmoni freschi e la banda Garcia riassapora finalmente il dolce sapore della vittoria. Tre punti d’oro, dopo quattro pareggi di fila. Fondamentali per non sentire il fiato di Higuain sul collo, ma prima di tutto per ritrovare morale e autostima persi nella via crucis degli infortuni, delle squalifiche e della Coppa D’Africa. Il Cagliari di Zola che s’arrende per la prima volta in casa però non si dà pace. Aveva tra i piedi la facilissima palla dell’1-1, l’ha fallita e ha subito il colpo del k.o.: una sconfitta dura da digerire, se guardiamo al gioco. Ma non secondo la vecchia, inossidabile legge del calcio: bisogna fare gol per vincere.
L’AUDACIA Ok, Rudi Garcia era un po’ costretto dalle circostanze. Aveva un’intera squadra fuori e quella in campo non stava mica tanto bene: Totti con febbre, Ljaijc e Pjanic con dolori, Nainggolan un po’ scoppiato. Poteva coprirsi con un cambio di modulo. Invece ha mantenuto il tridente. In più, l’uomo accusato di non far giocare i giovani ha speso in una delle sfide più delicate della sua stagione un baby talento mai sceso in campo da titolare: Daniele Verde. E lui l’ha ripagato con una super partita condita da due assist. Diciott’anni e sette mesi, una specie d’Insigne forse meno tecnico ma più potente, ha firmato gli assist più giovani di questo campionato. Soprattutto, ha regalato quei cambi di passo che servivano come acqua nel deserto al ritmo giallorosso. La Roma ha giocato un primo round intelligente, imbrigliando il Cagliari con un palleggio di miglior qualità. E al resto ci ha pensato Verde. Dopo un paio di tentativi solitari, ha sfruttato una punizione quantomeno generosa. Ricevuta palla da Pjanic, ha sfoderato un pallonetto da genio per Ljajic che non l’ha sprecato.
IL PIZZICO DI FORTUNA Si era a fine primo round. Nel secondo il Cagliari, consapevole di aver regalato un tempo alla Roma, ha cominciato a spingere con decisione. Zola aveva rimesso Conti a guardia del centrocampo con a fianco un esuberante Donsah che non si è limitato a oscurare Nainggolan, ma ha spinto la squadra nell’area giallorossa. Aiutato poi dall’esordiente M’Poku. Tipino interessante davvero. Dunque Roma in affanno e Cagliari all’arrembaggio. Solo che è venuto a galla il solito problema: il gol. Ormai bocciato Longo, tenuto in naftalina Farias, non restava che Cop. Che si pronuncia Ciop e fa rima con flop. Poverino, tutte le conclusioni sono state sue. Un paio gli sono state respinte bene da De Sanctis, ma quella più ghiotta, su assist di M’Poku e svenimento di Yanga Mbiwa, se l’è divorata. Dopo la punizione un po’ così, questo è stato l’altro colpo di fortuna della Roma, che poi ha dato il colpo di grazia con il tiro al volo di Paredes, su cross di Verde e complicità di Brkic.
I POLMONI FRESCHI Ecco, Paredes. Con la Roma un po’ sulle ginocchia, Garcia ha continuato con l’età verde. Ha chiuso la gara con in campo un 1994 (Paredes appunto) e due 1996 (l’altro è Sanabria) togliendo uno stoico ma inutile Totti e l’acciaccato Pjanic. Serviva corsa ed entusiasmo. E il suo coraggio è stato ripagato. Il Cagliari ha accorciato le distanze con M’Poku solo all’ultimo respiro (una gara di debuttanti e prime volte, a quanto pare), ormai la gara era chiusa. Ma se Zola trova un uomo capace di finalizzare, non dovrebbe avere problemi. Li avrebbe avuti Garcia se avesse fallito: sai le critiche. La Roma non è guarita, sia chiaro. Con qualcun altro al posto di Cop poteva finire diversamente. Però il francese comincerà a recuperare squalificati e gli africani di coppa. E sa di poter contare sui baby. Rimettere Verde nell’armadio delle emergenze totali sarebbe un vero peccato.