23/02/2015 09:39
CORSERA (G. PIACENTINI) - Lo ripete ovunque, a fine partita, Rudi Garcia: «Difendiamo il secondo posto e pensiamo all’Europa League». Sano realismo o voglia di non prendere in giro i tifosi, facendo promesse difficili da mantenere? Il crollo di gioco e di risultati dell’ultimo periodo è sotto gli occhi di tutti, la partita di ieri però rischia di certificare anche quello delle ambizioni. «Fino al 6 gennaio stavamo benissimo - le parole del tecnico - non andare avanti in Champions non è stato un fallimento, il terzo posto nel girone era logico. Ora c’è l’Europa League e dobbiamo vincere per qualificarci e poi chiudere nel migliore dei modi il campionato, difendendo il secondo posto. Bisogna stare zitti e lavorare, e non perdere la fiducia». Il confronto con la Roma dello scorso anno, quella che passava in vantaggio e chiudeva le partite, viene naturale, ma a Garcia il paragone non piace. «Non è più la stessa rosa, abbiamo avuto tanti impegni e tanta sfortuna, non conosco in Europa un’altra squadra con così tanti problemi di infortuni. È vero che abbiamo perso tanti punti, abbiamo la pareggite acuta, ma il campionato è ancora lungo».
La gara col Verona, però, ha messo in luce difetti antichi. «Nel primo tempo abbiamo giocato bene ed è stato incredibile tornare negli spogliatoi sull’1-1, hanno pareggiato con mezza occasione. Ci manca sempre qualcosa, poi c’è stato l’infortunio di Florenzi. Abbiamo avuto un po’ di sfortuna con la traversa di Ljajic ma sarebbe stato possibile chiudere la partita nel primo tempo». Totti è sembrato non gradire la sostituzione nella ripresa con Doumbia, le immagini televisive lo riprendono mentre impreca al momento del cambio, più per il momento (la Roma stava battendo un calcio d’angolo, n.d.r) che per la scelta di Garcia. «Non bisogna cercare problemi dove non ci sono, mi auguro che quando un mio calciatore esce non sia mai felice, perché vuole giocare. Totti è uno di questi, sempre nel rispetto delle scelte, ma ci sono gare importanti nei prossimi giorni, a partire da quella col Feyenoord». Il discorso va poi su Doumbia: «Avevo bisogno della sua presenza dentro l’area per trasformare il gioco prodotto dalla squadra, che però nell’ultimo quarto d’ora è calata anche a causa della gara di Europa League di tre giorni fa. Purtroppo non ha avuto occasioni, ma ha bisogno di un gol per prendere fiducia: bisogna dargli tempo e dimostrerà il suo valore». L’unica cosa, il tempo, che la Roma oggi sembra non avere più.