Garcia vuole ripartire

15/02/2015 09:48

IL TEMPO (A. SERAFINI) - Per ripartire e scacciare definitivamente i fantasmi della crisi serve continuità. Senza ulteriori passi falsi. Sarà per questo che ribadisce a più riprese il concetto durante la vigilia del testacoda di campionato con il Parma, il fanalino di coda della Serie A immerso in un calderone di problematiche tecniche e societarie.

Il francese preferisce non fidarsi, perché la stagione della Roma ha già dimostrato che le insidie si nascondono dietro ogni angolo e l’ultima vittoria casalinga in campionato è lontana ormai più di due mesi e mezzo (30 novembre scorso con l'Inter). Meglio quindi tenere bassi i toni e alta la concentrazione, dimenticando i proclami passati e puntando soltanto alla concretezza. «Non so se la Roma vincerà tutte le partite fino alla fine, a me basta vincere quella di domani - dichiara il tecnico - ci sarà tempo per fare i conti quindi non parlatemi di Europa League o della sfida con la , che ora sono soltanto perdite di tempo e concentrazione. Attenzione al Parma, nonostante la posizione in classifica è una squadra che non molla mai».

Dopo la vittoriosa trasferta di Cagliari, c’è bisogno di lavorare sulle lacune che la squadra continua a mostrare, partendo da una fase difensiva, mai registrata del tutto: «Il nostro resta un reparto solido - ammette - anche se ripeto che certi gol, come quello preso nel finale domenica scorsa, devono essere evitati. Vista la qualità e il tempo che hanno avuto tutti per lavorare insieme, possono fare meglio, sono d’accordo, come può fare meglio tutta la squadra quando si difende. Se si prende gol non serve puntare il dito solo sui difensori. Con il Parma dobbiamo dimostrare la nostra solidità, così possiamo aumentare la nostra audacia in attacco». Adesso, con molte più alternative. Nonostante le defezioni obbligate di e , sorride sapendo di poter utilizzare nuovi assi nella manica, spolverando il ritorno tanto atteso di Gervinho e aspettando il debutto del neoacquisto Doumbia, entrambi di ritorno dal successo in Coppa d’Africa ma inseriti frettolosamente nella lista dei convocati. Una notizia che l’allenatore aspettava con ansia, nonostante la scarsa voglia di ammetterlo pubblicamente: «Nessuno è indispensabile - chiude seccamente - perché a ognuno dei miei giocatori serve la collettività», anche se la consapevolezza di poter contare su un Doumbia in più alla fine prende il sopravvento: «È stato costretto a passare per Mosca, viaggiando un po’ di più, ma tutti sappiamo il valore del giocatore. Numeri e statistiche dimostrano che stiamo parlando di un bomber e questo ci aspettiamo da lui. Abbiamo già parlato e sappiamo entrambi che dovrà lavorare per capire in fretta il nostro sistema di gioco. Al momento però è pronto, come Gervinho, sia per iniziare dal primo minuto la partita di domani o per entrare in corso».

Liquidata in fretta la domanda su LotitoIn merito ha già parlato ieri il mio presidente») si passa anche all’analisi di quei giocatori che, per motivi opposti, sono finiti negli ultimi tempi sotto la luce dei riflettori. Come Verde, uno dei giovani di talento a cui è stato costretto ad affidarsi durante il periodo di emergenza. Dopo l’ottima prestazione di Cagliari però il rischio di affrettare positivamente i giudizi è aumentato a dismisura. «Lasciatelo tranquillo - ammette preoccupato - non serve bruciarlo. Ha qualità, altrimenti non lo avrei scelto, ma deve ancora imparare molto. Lasciateglielo fare perché la cosa più importante è che lui diventi il futuro della Roma». Nel presente c’è il Parma: ora per è l’unica cosa che conta.