Ibarbo più grave del previsto: stop di un mese e mezzo

06/02/2015 09:08

GASPORT (M. CECCHINI) - Modesta proposta per prevenire. Parafrasando il titolo di uno storico pamphlet dello scrittore Giuseppe Berto, verrebbe voglia di consigliare a Trigoria, oltre alle mirabilie introdotte dalla gestione statunitense, di rispolverare alla Roma cornetti di qualsiasi fattura, perché la situazione dell’infermeria sembra ormai ai minimi termini. Il caso ha fatto da detonatore a dei problemi latenti e così anche sul web l’ironia si è scatenata quando ieri è stata ufficializzata la diagnosi per l’infortunio dell’attaccante, al primo vero giorno di lavoro: lesione fra il primo e secondo grado al gemello mediale del polpaccio e quindi circa 5-6 settimane di stop. Com’è noto, la punta aveva giocato a sorpresa uno spicchio di gara martedì in Coppa Italia e poi si era accasciato al suolo mercoledì durante l’allenamento.

SORPRESA CAGLIARI Già durante la presentazione stesso aveva detto che, se fosse rimasto in rossoblù, sarebbe tornato solo l’8 febbraio e così non ha stupito che il medico sardo avesse confermato: «Con noi non giocava perché era infortunato ». Nel merito, poi, ieri è entrato anche il d.s. Marroccu. «Col Cagliari – ha scritto l’Ansa – non avrebbe mai giocato, poi la Roma è libera di utilizzare il giocatore come vuole». In serata poi ha aggiunto: « era guarito al 100%. Non si è fatto male durante la partita. È stata solo casualità».

FATTORI DI CRESCITA In realtà ha anche un problema al tendine rotuleo del ginocchio, per cui ha fatto tre visite a col professor Cugat durante le quali è stato curato anche con i fattori di crescita. Ieri avrebbe dovuto fare il quarto e ultimo controllo, ma è stato rinviato anche perché ormai urgenze non ce ne sono. Di sicuro, comunque, l’infortunio dell’attaccante è stato provocato da un concorso di colpe e malasorte. Il colombiano era reduce da un infortunio allo stesso polpaccio (ma al muscolo soleo) e, al netto della guarigione, doveva essere riatletizzato del tutto; i medici hanno accertato la guarigione raccomandando però attenzione; ha parlato col giocatore che gli ha dato disponibilità a scendere in campo; il minutaggio forse è stato superiore al previsto, anche se senza apparenti conseguenze, e nell’allenamento del giorno successivo infine, per cercare di bruciare le tappe, ha forzato più del richiesto producendosi l’infortunio. Risultato: un danno grave per la Roma e per lo stesso giocatore, visto che – dovendo guadagnarsi il riscatto a fine stagione – avrà meno tempo per mostrare le proprie qualità. Con queste premesse perciò, oltre a scienza e coscienza, meglio munirsi di amuleti contro il malocchio.