22/02/2015 11:12
IL MESSAGGERO (V. ZAGNOLI) - Per capire cosa succede nel Parma basta ascoltare Hernan Crespo, 40enne esordiente come allenatore della primavera e da mesi candidato a sostituire Donadoni. «Facciamo il possibile per aiutare le famiglie dei ragazzi - racconta - Giochiamo grazie al favore dei giardinieri, non sappiamo se esistano i soldi per affrontare la Sampdoria, già sosteniamo i costi delle trasferte. Neanche c’è l’acqua calda per gli allenamenti, i ragazzi si sono ammalati più volte». Il crociato del centenario vive male in questo Parma: «Com’è stato possibile iscrivere una squadra che non arriverà a fine campionato? Dove erano le istituzioni del calcio? Per me fare quello che sto facendo adesso è come fare cinque anni di serie A». Carlo Tavecchio era fresco di nomina, argomenta a fatica: «La questione è da tribunali, più che sportiva. Non accetteremo più iscrizioni da soggetti incapaci di reggere, senza liquidità. Comunque il campionato non sarà falsato». Vincenzo Montella, tecnico della Fiorentina, ha un’idea: «Il mio auspicio è che il Parma possa finire il campionato, magari con un intervento economico da parte di tutte le società per pagargli almeno le spese vive. Non penso che sia giusto azzerare i risultati conquistati finora, anche per la dignità mostrata fin qui dall'allenatore e dai giocatori del Parma».
PARTITE A TAVOLINO - Dipende, perché il rinvio con l’Udinese rischia di essere il primo di una sequenza neanche tanto lunga, poiché fra un mese la società sarà fallita: tre procuratori reclamano 400mila euro in totale, si aggiungono all’istanza della procura. La squadra emiliana rischia - sostiene la Lega calcio - da qui in avanti il 3-0 a tavolino a favore di tutte le avversarie, con beffa per Cagliari e Roma, bloccate sullo 0-0, e nei confronti di Chievo, Inter e Fiorentina, le uniche battute, nel girone d’andata. Le penalizzazione raggiungerà presto il -6, vacillerà il record negativo di 13 punti, dell’Ancona 2004. Oggi alle 14 si ritroveranno al Tardini solo gli ultras gialloblù, per mantenere alta l’attenzione. I giocatori riprendono gli allenamenti domani, senza proprietario. Serve un kamikaze disposto a gettare fra i 30 e i 50 milioni entro il 19 marzo, con il rischio che siano inutili, perché poi l’iscrizione alla serie B non è scontata. Il sindaco grillino Federico Pizzarotti studia il fallimento pilotato, sa far di conto perché era impiegato bancario, al Credem della vicina Reggio. Per mantenere il titolo sportivo occorre però pagare tutti gli stipendi, difficilissimo. Il Bari salvò la serie B nonostante i 130 milioni di passivo con la famiglia Matarrese, finchè alla seconda udienza in tribunale si presentarono i russi. A Parma doveva portarli Manenti, resterà fra Monsummano (Pistoia) e Nova Gorica (Slovenia), perché a Collecchio nessuno lo vuole più vedere. Taci aveva fatto perdere due mesi, questo milanese-toscano esce di scena dopo tre settimane e le scalate fallite a cartiere Pigna, Brescia e Pro Vercelli. I giocatori rinunciano alla messa in mora, aspettano qualche soldo dal fondo dell’assocalciatori.
IL FUTURO NERO - Dall’ex Tommasone Ghirardi non arrivano più, neanche da Luca Baraldi, che evitò il fallimento nell’èra Parmalat inserendosi nella legge Marzano. Solo con i capitali dell’Upi (unione parmense degli industriali), si potrebbe evitare la serie D, però Barilla, consorzio prosciutto di Parma, Chiesi farmaceutici e gli altri ricchissimi tutelano i lavoratori, anzichè il calcio. Il rinvio con l’Udinese lascia basito Stefano Pioli, parmigiano di sasso, cioè autentico e del centro: qui debuttò da professionista, in C1, e in A da allenatore. Persino al rugby servono 5 milioni, diversamente le Zebre (Pro12) lasceranno la città ducale.