Il soldato Paredes: energia nuova per la Roma scarica

08/02/2015 10:28

GASPORT (C. ZUCCHELLI) - L’ultima volta che Leandro ha giocato due partite di fila dal primo minuto (esclusa la Primavera del Chievo) la Roma di Zeman batteva 4-2 la . Era l’8 dicembre 2012, all’Olimpico segnarono , (doppietta) e Osvaldo, mentre dall’altra parte del mondo il Boca Juniors batteva 2-1 il Godoy Cruz. Nel 4-4-2 di Falcioni giocava titolare, come esterno a sinistra, il diciottenne , alla settima partita di fila da titolare. Era uno dei più in forma, , e per lui si prospettavano mesi da primo della classe. Non è successo, perché nel torneo finale ha messo insieme appena 7 presenze, mentre la stagione successiva (2013-2014) in Argentina ha giocato appena 4 partite per colpa di un serio infortunio alla caviglia e in Serie A col Chievo si è limitato all’esordio. Oggi, invece, giocherà la settima partita con la maglia della Roma e, per la prima volta, ne farà due consecutive dall’inizio: dopo la Coppa Italia contro la , ecco il campionato a Cagliari, da un’isola all’altra visto che a Palermo era arrivato l’esordio dal primo minuto.

Tra tutti quelli che si sono imbarcati ieri per la Sardegna, è uno dei più sereni. Primo perché sta bene fisicamente – e di questi tempi è una sorta di miracolo – e secondo perché è finalmente arrivato il suo momento. Complici le assenze di (dovrebbe rientrare col Parma) e e visto l’avanzamento di sulla trequarti, giocherà in mezzo con e , come già successo martedì in Coppa. È rimasto in campo poco meno di un’ora e finché lo ha fatto è stato tra i migliori, anche se gli chiede ancora più personalità. Cosa non facile, considerando che avendo giocato col contagocce deve trovare ritmo e voglia di rischiare anche le giocate più complicate.

Di certo, il fatto che la Roma abbia già annunciato al Boca che lo riscatterà a fine stagione (4.5 milioni il costo dell’operazione) lo ha tranquillizzato parecchio e, al tempo stesso, lo ha responsabilizzato, proprio come voleva che, almeno con lui, non ha a che fare con padri esigenti (Sanabria) o procuratori sempre pronti col telefono in mano (). Dei tre giovani, l’argentino è quello che gioca di più, ma anche quello che si lamenta di meno e che finora ha saltato soltanto una convocazione (quella contro l’Atalanta) per una contrattura.

Sei soli giorni senza allenarsi, per il resto è stato sempre a disposizione e ha potuto fare scuola di apprendimento tattico dai collaboratori di , oltre che da e, soprattutto, , uno che ama insegnare calcio a chi gli sta vicino. La stessa cosa faceva Riquelme, l’idolo (e amico) di , che tempo fa gli ha augurato tanta fortuna per la sua avventura europea, ma gli ha anche predestinato «un finale di carriera a casa, al Boca». Tempo per pensarci ce n’è, visto che deve ancora compiere 21 anni, intanto però deve mettere a frutto proprio gli insegnamenti di Riquelme che, poco prima che lasciasse l’Argentina, gli ha lasciato il consiglio più prezioso: «Usa meglio il corpo perché il calcio europeo è più fisico. Preparati a prendere tante botte e a rialzarti subito».