Kazim, gladiatore del Feyenoord

26/02/2015 09:29

GASPORT (A. CORDOLCINI) - Aaron Berry inserì il codi­ce stampato sul retro del­la sua lattina di Coca­Co­la nella pagina web della nota bevanda e... Bingo! Il vincitore del concorso «Win a player» era proprio lui. Premio: 250mila sterline, che il Brighton & Hove Albion – il suo club – avrebbe potuto spendere per l’acquisto di un giocatore. Aaron segnalò un ragazzone che giocava nel Bury. È cominciata così la car­riera pro di Colin Kazim ­Ri­ chards, subito ribattezzato «the Coca­Cola kid». Quando, anni dopo in , Colin se­gnò un gol al Chelsea, Aaron ri­ cevette un pacco regalo con la maglia del Fenerbahce, accom­pagnata da un biglietto: «Gra­zie». La scorsa estate Kazim­Ri­chards ha cambiato squadra per la decima volta in altrettanti an­ni, firmando per il Feyenoord. Era la terza scelta dietro Bas Dost e Zapata, ma il primo co­ stava troppo e il secondo non era interessato. Kazim invece sarebbe andato a Rotterdam anche a piedi. Al Bursaspor non pagavano gli stipendi, e alla se­sta mensilità non versata lui lo denunciò pubblicamente. «Da quel momento – racconta – fu un inferno: il presidente mi mi­ se contro gli ultrà, mi aspettava­ no sotto casa, ero diventato tal­ mente paranoico da aver paura di mandare mio figlio a scuola, per paura che gli accadesse qualcosa di male».

SCOMMESSA DA VINCERE -  Il problema di Kazim sono i nu­meri. Al Feyenoord prima di lui sono transitati Guidetti, 20 reti in una stagione, e Pellè, 55 in due. Lui non arriva alla ventina in dieci anni da pro. «Perché non segni mai?» gli chiede il d.s. del Feyenoord, Martin van Ge­el. «Perché nessuno mi ha mai schierato prima punta». Scom­messa vinta? Ancora no, ma i segnali positivi non mancano. La rete all’Olimpico è stata quel­la più importante nella stagione di Kazim­Richards. E adesso, che l’obiettivo del passaggio del turno è concreto, lui mantiene la calma: «L’1­-1 rappresenta un primo passo per raggiungerlo. Speriamo di centrarlo, sarebbe fantastico per tutti. Ci stiamo preparando nel migliore dei modi, sappiamo che questa può essere una serata speciale».

SENZA PAURA - Padre di Anti­gua, madre turco­cipriota, in­fanzia trascorsa a Leytonstone, nell’East End londinese. Cre­sciuto in strada, dichiara che nemmeno la morte lo spaventa. E ne ha per tutti. Gullit? «Il mio idolo, il primo giocatore di colo­re che ho visto giocare ad alti li­velli, peccato che dalla sua boc­ca escano solo bullshit». Gli av­versari? «Chi mi insulta in cam­ po non può tendermi la mano a fine partita, fuck you è la mia ri­ sposta». La passione di Kazim­ Richards sono i cani. Razza pu­ rissima, costano 20mila euro l’uno. Una sera a Istanbul sor­presero dei ladri nel suo casa. Lui scese le scale con calma e si sedette in poltrona davanti a lo­ro. «Adesso aspettiamo assieme la polizia – disse –, muovete un solo muscolo e ve li scaglio scontro». Meglio non farlo ar­rabbiare un tipo così. Uno che può fare da «chioccia» per i compagni e può dare loro la giusta carica. «Contro la Roma sarà una battaglia. Ma so che posso dare una mano ai miei compagni più giovani per gesti­re la pressione che deriva da una partita così importante e contro un avversario di questo livello».

FIDUCIA -  E anche il tecnico Fred Rutten mostra la stessa fiducia, temperata dalla consapevolez­za della difficoltà della gara: «In Europa fare 1­1 in trasferta è un buon risultato ma non of­fre garanzie. All’andata siamo stati anche fortunati, il nostro piano per andare avanti sta fun­zionando ma la Roma sarà peri­colosa, ha la qualità anche per permettersi di aspettare un no­stro errore ma abbiamo la sen­sazione di potercela fare». E avverte: «Attenti a , è molto intelligente e ti punisce quando meno te lo aspetti. Quando non ci pensi più riappare all’improv­viso e ti inventa la giocata. Ha molta esperienza e talento. Ma­ gari hai l’impressione di averlo arginato e poi ti sorprende».