09/02/2015 09:25
CORSERA (L. VALDISERRI) - Rudi Garcia, avviandosi verso Cagliari con una squadra a pezzi (12 infortunati, Totti con l’influenza, Pjanic con la tendinite, Ljajic con una caviglia dolorante), aveva chiesto ai giocatori della sua Roma di correre un metro più per aiutare il compagno in difficoltà. Non solo la Roma lo ha fatto, vincendo una partita sofferta perché in simili condizioni non puoi certo ballare il tip-tap, ma facendolo, soprattutto, con in campo due 1996 (Verde e Sanabria) e un 1994 (Paredes). Daniele Verde è stato di gran lunga il migliore in campo, servendo un bell’assist per l’1-0 di Ljajic ed entrando da protagonista nell’azione del 2-0. Era la sua prima presenza in serie A dal primo minuto, prodotto della premiata fabbrica Primavera di Alberto De Rossi e Alessandro Toti. Leandro Paredes ha segnato il 2-0 con un tiro liftato di grande precisione. È una delle scommesse del d.s. Walter Sabatini, che un giorno è un grande scopritore di talenti e l’altro è un grande dissipatore di denaro, perché in tutto il mondo i risultati fanno cambiare le idee alla gente e Roma, in questo senso, è la capitale del mondo. Tonny Sanabria era stato fin qui l’oggetto misterioso numero due (l’uno è il turco Salih Uçan): preso dalla cantera del Barcellona, progetto di campioncino, aveva giocato 37’ in tutto il campionato scorso con il Sassuolo, dove era in prestito, e nemmeno un secondo con la Roma in questa stagione. Ieri ha fatto il suo, dando il cambio a Francesco Totti, che è andato in campo con l’influenza perché la Roma non aveva nessun altro a cui affidare l’attacco, visto che Gervinho e Doumbia erano in Coppa d’Africa, Iturbe e Ibarbo infortunati, Florenzi squalificato. Totti ha accettato il sacrificio come quando, nei film western, si facevano spuntare i fucili fuori dalle finestre per far credere al nemico che dietro ci fosse un soldato.
È per questo che la vittoria della Roma vale un tesoro. Perché altrimenti il Napoli sarebbe arrivato a 2 soli punti; perché i vecchi hanno dato l’anima e i ragazzini non hanno avuto paura; perché dalla prossima partita torneranno un po’ di forze fresche; perché Garcia era stato declassato in fretta da uomo della provvidenza a ciarlatano, ma ieri non ha sbagliato nulla. Il lato umano è stato superiore a quello tecnico. Questo si poteva chiedere alla Roma e questo la squadra ha dato. Il Cagliari ha giocato male il primo tempo e molto meglio il secondo, quando l’avversario perdeva i pezzi (Ljajic colpito duro alla caviglia, Totti sostituito). Ha pagato l’insostenibile leggerezza dell’attacco affidato al croato Cop, che si è divorato un gol e mezzo. Ci fosse stato Sau, entrato solo nel finale, poteva finire diversamente. Ma la stessa cosa potrebbe dire Garcia, pescando a caso nel gran mazzo delle assenze. Essere intervenuti con ritardo sul mercato di riparazione resta un grande rimpianto, per i giallorossi, ma può essere che ieri la Roma abbia ritrovato la strada e qualche giovane talento.