05/02/2015 09:02
IL TEMPO (A. SERAFINI) - Parte piano, con ritmi bassi e senza sussulti degni di nota. Proprio come la Roma. Poi dopo la pausa sigaretta, si accende carburando lentamente come un motore diesel. Sembra comunque un Walter Sabatini diverso quello che si presenta nella sala stampa di Trigoria poche ore dopo essere uscito dal suo habitat naturale del mercato. Se l'involuzione tecnica della squadra ha ormai raggiunto un livello tale da ufficializzare apertamente la crisi, rimane sotto osservazione l'operato del ds in questa finestra di gennaio, inevitabilmente ancora in attesa di valutazione. Un errore (già ammesso) quello di essersi mossi con ritardo, confermato ulteriormente poi dalla disfatta dell'Olimpico in Coppa Italia: il primo degli obiettivi falliti in stagione. Sabatini preferisce però non suddividere le colpe, proteggendo inoltre l'area tecnica in ognuna delle sue sfaccettature.
C'e' stato un ritardo nei movimenti di mercato in entrata?
«Sì, ma legato a situazioni contingenti. Avevamo individuato degli obiettivi che si sono allungati nel tempo, con più fortuna avremmo potuto chiuderli prima. Resto però assolutamente soddisfatto, abbiamo preso dei giocatori forti».
Perché è stato deciso di non acquistare un terzino?
«È stata una scelta tecnica. Ci fidiamo di Maicon così come di Torosidis che non ci ha mai tradito».
Sia a Maicon, De Sancits, Torosidis è stato rinnovato il contratto. E Totti avrà un anno in più. Ha paura che nella prossima stagione si presentino le stesse difficoltà?
«Questi ragazzi si devono far parte di un progetto ancora non concluso. Del domani però non c'è certezza e in caso troveremo soluzioni alternative».
Sono stati spesi 50 milioni per Iturbe, Doumbia e Ibarbo, la Roma avrebbe potuto puntare su Higuain per esempio. È vero che le è stato offerto in estate?
«Non è vero, Higuain ha una clausola da 100 milioni. Poi voglio spiegare a i tifosi che i calcoli non si fanno con semplici addizioni. La Roma non può prendere giocatori come Cavani, che costano come quanto il ricavo annuale di questa società. È falso dire anche che ho pagato Iturbe 31 milioni, sono 23 più 2-3 di commissioni».
Intanto è partito Destro perché considerate Doumbia superiore?
«Garcia non era convinto della partenza di Mattia, ma ormai c'erano troppe pressioni su di lui. Andate a vedere la media gol di Doumbia, non è vero che ha segnato soltanto in Russia. A giugno analizzeremo la situazione di Destro, nel caso in cui il Milan decidessi di non riscattarlo, il giocatore tornerà ed io sarò contento».
Nel frattempo però la squadra non vince da un mese, Garcia si sta prendendo troppe responsabilità?
«Il tecnico mi ha detto che non andrà via da qui prima di aver vinto lo scudetto. Lo farà nonostante siano arrivate altre offerte (sondaggi partiti da Arsenal, Tottenham e Psg ndr) che, vi posso garantire, nessuno altro avrebbe rifiutato».
E lei sta valutando l'idea di dimettersi prima della scadenza naturale del suo contratto?
«Non ci penso proprio, la Roma è il mio tumulto giornaliero. Vado via soltanto se mi crollano i polmoni».
Lei ha parlato ora di campionato da onorare.
«Non è così, mi avete tradotto male. Vogliamo onorare l'idea iniziale, cioè vincere lo scudetto. Per farlo però dobbiamo difendere il secondo posto e vincendo le partite provare ad attaccare il primo. Crediamo ancora nel primo posto in campionato e ora che siamo usciti dalla Coppa Italia ci tuffiamo subito nell'idea di poter vincere l'Europa League».
Tra i tanti problemi però si è parlato anche della preparazione fisica
«Si tira in ballo Rongoni, il preparatore atletico a cui non però possiamo imputare tutto. Certamente si sta confrontando con l’allenatore, ma ha la sua fiducia e andremo avanti con lui».
Si aspetta di più da Pjanic?
«Sì, anche se al momento non sta tanto bene. Soffre di un problema tendineo, ma tornerà il giocatore che conosciamo, così come tutta la Roma».