21/02/2015 09:19
IL TEMPO (E. MENGHI) - La Roma non sa più come si vince, l’Olimpico ne è testimone, ma Garcia resta ottimista e, nel giorno in cui spegne 51 candeline, ricorda alla squadra che lui non vuole mollare. Da buon francese, ieri ha portato lo champagne per il brindisi di compleanno, ma visto che si è «italianizzato» ha scelto di accompagnarlo con una teglia di pizza. Per l’occasione, ha radunato giocatori, staff tecnico, sanitario, ufficio stampa e l’area marketing nel luogo sacro per eccellenza, lo spogliatoio. Lì Rudi ha fatto il suo discorso: «Sono felice di passare il mio compleanno insieme a voi. È con una squadra così grande che si costruiscono le grandi vittorie». E tramite il lavoro. Garcia ha chiesto di allenarsi a testa alta e con la massima attenzione, dichiarandosi tutt’ora fiducioso per gli obiettivi prefissati e invitando i suoi a fare altrettanto.
A Trigoria il clima sembra tranquillo, nonostante tutto. L’allenatore ha riportato poi il suo pensiero ai dirigenti, nell’ufficio di Sabatini. Il ds gli ha fatto un grande regalo, l’ha difeso ai microfoni di Roma Radio, spostando l’attenzione su di sé e su un mercato poco efficace nel presente: «Devo ammettere che alcune scelte che ho fatto potrebbero essere discutibili. La nostra crisi non è irrisolvibile, sarebbe bastato pochissimo: un gol messo dentro, una zampata. Abbiamo preso due calciatori, più Spolli, che sono in assoluto molto forti e in futuro lo dimostreranno. Magari ho sbagliato i tempi e i modi, Ibarbo è in via di guarigione e Doumbia di ritorno dalla Coppa d’Africa. Avrei dovuto fare delle scelte che avrebbero potuto portare un beneficio di rendimento nell’immediato e ora staremmo a parlare di un’altra squadra. Non rinnego, però, il valore dei giocatori: il vero Doumbia avrebbe fatto 2 gol al Feyenoord, ma abbiamo tutto il tempo».
Mica tanto: in 10 giorni la Roma si gioca l’Europa (giovedì il ritorno a Rotterdam, da dentro o fuori) e il lunedì dopo lo scontro diretto con la Juventus. Servirà la versione «bomber» di Seydou per provare ad uscire da questo tunnel senza apparente via d’uscita. «Quando le squadre vanno in difficoltà – ha spiegato Sabatini –trovare le cause reali è sempre molto difficile. Il modo di guardarsi dei giocatori non è cambiato e contro gli olandesi ho rivisto barlumi di Roma, bellissima. Non riusciamo più a vincere, però non perdiamo neanche: abbiamo una frustrazione tecnica. Ma torneremo a vincere. L’allenatore è sempre lo stesso grande allenatore dell’anno scorso».
Un anno fa, però, festeggiava i 50 tra il 3-0 alla Sampdoria e l’1-0 al Bologna, De Rossi lo ringraziava di cuore «per quello che ha fatto», ovvero riportare dignità e orgoglio in un gruppo sgretolato dopo il fatidico 26 maggio. I meriti restano intatti, ma gli auguri di Sabatini suonano diversamente: «Che ritrovi la leggerezza nella squadra e la continuità nei risultati. Crede nei suoi giocatori e riuscirà a tirarli fuori da questa situazione». Auguri.