20/02/2015 10:32
CORSERA (F. SARZANINI) - L’ultima segnalazione è stata trasmessa dalla polizia olandese una settimana fa e confermata a 48 ore dalla partita: a Roma arriveranno circa 5.000 tifosi organizzati, ma anche 500 sostenitori del Feyenoord senza biglietto. «Sono i più violenti», avevano avvisato le autorità de L’Aia decidendo di inviare una decina di funzionari al seguito. Il piano predisposto dalla questura prevedeva presidi negli aeroporti, nelle stazioni e ai caselli autostradali per scortarli fino al centro di raccolta che — come sempre avviene in occasione degli incontri internazionali — è a piazzale delle Canestre, all’interno di Villa Borghese. Ma almeno 300 sono riusciti a sfuggire ai controlli: mercoledì sera hanno preso d’assalto Campo de’ Fiori, ieri hanno replicato in piazza di Spagna.
«Per fermarli — spiegano adesso i responsabili della sicurezza — avremmo dovuto ordinare “cariche” in mezzo alla gente in pieno giorno e questo rischiava di provocare conseguenze ben più gravi». Nella ricostruzione della questura «i facinorosi sono giunti in città in piccoli gruppi, non hanno utilizzato alcun servizio predisposto per la trasferta, la maggior parte sono passati dal Belgio e poi sono entrati in Italia in macchina». Tutto questo non basta però a cancellare quelle immagini trasmesse da televisioni e siti Internet, poi rimbalzate in tutto il mondo, di teppisti che prendono a calci cose e persone, accendono fumogeni in piazza di Spagna. Perché non gli è stato impedito di bivaccare in pieno centro storico? Perché, quando si è capito che si stavano sistemando per attaccare le forze dell’ordine, non si è intervenuti? «Non si può impedire la libera circolazione, potevamo intervenire soltanto se avessero cominciato a manifestare come avevano minacciato, invece così abbiamo dovuto attendere e spingerli nelle strade laterali per non coinvolgere gli altri cittadini », ripetono i responsabili dell’ordine pubblico.
La sensazione è che ci sia stata quantomeno una sottovalutazione di quanto stava accadendo ieri mattina. Le comunicazioni di chi aveva il compito di presidiare la zona del centro parlavano infatti di una sessantina di ragazzi intenzionati a replicare quanto già successo la sera precedente. In tutta la città erano stati schierati un migliaio tra poliziotti e carabinieri, circa trecento agenti in tenuta antisommossa erano stati fatti confluire in pieno centro, proprio nell’area del Tridente. Evidentemente si è ritenuto che il numero dei tifosi più violenti fosse esiguo rispetto ai reparti schierati, quindi facilmente gestibile. Soltanto quando gli olandesi hanno cominciato a marciare verso polizia e carabinieri ci si è resi conto che erano alcune centinaia, c’è chi parla addirittura di 700 persone, e a quel punto intervenire con le «cariche » in piazza di Spagna rischiava davvero di coinvolgere cittadini e turisti.
«Sono spuntati da ogni parte, prima si erano mescolati tra la folla, all’improvviso sono diventati una massa», racconta uno degli agenti che era in piazza. Allora si è cercato di evitare il peggio, spingendoli nelle vie laterali per tentare di trasferirli nel punto di raccolta. Ma non si è riusciti a impedire che si scatenasse la guerriglia e con questo i vertici della sicurezza devono adesso fare i conti. Al Viminale escludono provvedimenti disciplinari, difendono «le scelte compiute perché sono servite a evitare che la situazione potesse degenerare coinvolgendo chi si trovava lì per altri motivi». C’è rabbia, ma anche sconforto «perché in altre città i tifosi del Feyenoord hanno provocato danni ben più gravi, ma nessuno ha attaccato le forze dell’ordine e invece da noi si parte subito con lo scaricabarile». Riferimento neanche troppo velato al sindaco Ignazio Marino che si è subito scagliato contro il questore Nicolò D’Angelo e soprattutto contro il prefetto Giuseppe Pecoraro, come del resto avviene ormai frequentemente in una polemica che sempre più spesso si trasforma in scontro.