Viaggio in una crisi di gioco e giocatori

05/02/2015 08:44

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Ci riprenderemo, ma dobbiamo dare di più». , ormai da un mese, ripete lo stesso concetto alla sua squadra. E’ successo anche dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia. Il francese spera che i giocatori ritrovino l’interruttore della luce. Sono al buio da diverse settimane. Sono irriconoscibili.All’esterno e anche tra loro. Non a caso , martedì sera nella pancia dell’Olimpico, gli ha detto che in un periodo del genere è il caso di darsi una mano uno con l’altro. Il ds ha dovuto ammettere che il gruppo, anche se in buona fede, è fondamentalmente anarchico. Di conseguenza, senza il coro, scompare il gioco. E i solisti, stonati e svociati, non fanno certo la differenza. I motivi del crollo della Roma sono, dunque, davanti agli occhi di tutti. Nessuno riesce più a nasconderli. Riassumerli è semplice. Piùdura, invece, sarà eliminare le lacunevenuteagalla.

BATTERIE SCARICHE La Roma non corre più da 4 mesi. La preparazione atletica è diventata finalmente argomento di discussione anche dentro Trigoria. Si studiano correttivi e aggiornamenti in corsa. Il lavoro sulla forza,voluto dal sergente Rongoni (nuovo responsabile dall’estate scorsa su input di ) non ha pagato. C’è chi dice che abbia appesantito/ingolfato i calciatori che, infastiditi dai nuovi metodi (diversi gli attriti), hanno perso elasticità, brillantezza e velocità. Sono già 19 gli infortuni muscolari (20 con ). Non casuali, quindi. Con la lunga pausa di Natale e gli impegni ravvicinati alla ripresa del torneo, non è stato possibile fare il richiamo di preparazione.Ora dovrebbe essere il momento ideale: la partita contro il Feyenoord è in programma giovedì 26 febbraio.Con tre settimane a disposizione, bisogna provare a restituire energie agli interpreti.

SENZA IDENTITA’ Se i giocatori camminano in campo, il sistema di gioco diventa automaticamente vulnerabile. Pressing inesistente e assetto lunghissimo. Gli avversari sono sempre liberi di lanciare indisturbati. Anche dalla difesa. Nessuno va a infastidirli. Non è questione di voglia. I giallorossi non ce la fanno, La Roma della stagione scorsa, fisicamente più attrezzata, dava sempre l’idea di essere squadra.Alzava il ritmo e lo abbassava a seconda delle situazioni. Gestiva il risultato, chiudeva la gara. Ora non riesce nemmeno a calciare in porta. Il dato più significativo, relativo alle 21 partite di campionato, è questo: attuale differenza reti + 18. Nel torneopassato,allostesso turno, saldo attivo nettamente migliore: + 34. Insintesi:menogol fatti (45-34)e più subiti (11-16). Ora, però, il rischio è perseverare. L’alibi delle assenze sta facendopeggiorare lasituazione. La colpa della fragilità difensiva e dell’impotenza offensiva non dipende esclusivamente dai singoli. Sarebbe offensivo nei confronti di considerare la Roma solo Gervinhodipendente. Tatticamente il gruppo sembra senza conoscenze. Bisogna ripartiredalle esercitazioniquotidiane.Dalla lineadel fuorigioco,daimovimenti di reparto e non individuali. Un esempio per tutti: va in pressing spesso da solo, atteggiamento generoso e al tempo stesso inutile. Incerticasi,dannoso.

AFFARI DISCUTIBILI Le operazioni in entrata dell’estate scorsa non sono state efficaci; quelle invernali,come ha detto , tardive. La stagione sta confermando antiche perplessità. Che oggi sono diventate dolorose certezze: 1) i due portieri non danno garanzie: è irriconoscibile (gli è stato, però, allungato il contratto, Skorupski non ha fatto progressi, entrambi non sanno giocare con i piedi, limite enorme nel calcio di oggi: 2) i terzini è come se non ci fossero: sembra a fine corsa (rinnovato il contratto pure a lui), finisce spesso out, Cole è caduto in autunno,Emanuelsonha già fatto la valigia e Holebas sta perdendo quota); 3) è la cessione sciagurata della gestione , ancor di più se sommata all’uscita di scena di : Astori, Yanga Mbiwa e non sono al livello dei titolari dell’anno scorso, Spolli è da verificare, ma passare dal mercato di Londra a quello di Catania (dalla Premier alla B),con tutto il rispetto,non può essere la stessa cosa; 4) ceduto in anticipo, Doumbia ancora da accogliere, già infortunato: la cronaca vale più di ogni giudizio. 5) , l’investimento più corposo (31 milioni) della nuova era, resta il mistero oneroso della stagione. , l’estate scorsa, avrebbe voluto subito Jackson Martinez. Per vincere. Ci proverà con Doumbia. Quando sarà qui.